Lo avevano aspettato fuori, si erano nascosti dietro un albero lungo il vialetto pedonale che attraversava il parco e conduceva all’entrata principale della scuola , era uscito per tornare a casa ,dopo una mattinata difficile, tra cambi dell’ora dei prof e intervalli mescolati ad insulti e sberle a ripetizione sulla sua testa .. aveva paura ad attraversare il vialetto , lui aveva sempre paura , talmente sempre, che non ci faceva più caso , loro invece, avevano sempre voglia di “giocare”, talmente sempre che avevano scelto Marco come protagonista principale dei loro giochi più divertenti. Enzo invece, che si era scelto da solo , ne era l’ideatore il regista e lo scenografo , ma non sarebbe riuscito a mettere in piedi neppure uno spettacolo senza gli altri personaggi della sua compagnia : Vittorio , Riccardo , Alessandro , Tommaso .
Marco era quasi arrivato all’altezza dell’albero , Enzo teso ed eccitato prima di dare il via all’azione aveva uno sguardo profondo e vuoto , concentrato e assente , mentre sentiva scorrere l’adrenalina dalla punta dei piedi fino a quella dei suoi capelli, la parte più alta, il ciuffo che rigorosamente sparava verso l’alto .
Enzo gridò senza urlare diaframmando un “via” chiaro, veloce e deciso , come quello che si da ai cani da caccia quando devono andare a recuperare la preda .
I cinque ragazzi afferrarono con forza Marco , trascinandolo dietro gli alberi , lo spinsero facendolo cadere a terra , Enzo gli diede un calcio con la punta della scarpa che andò ad impattare con violenza
sul suo orecchio destro …Marco era stordito , l’adrenalina lo aveva completamente paralizzato , non sentiva più l’orecchio , non sentiva più i suoni e neppure il suo corpo … l’unica sua certezza era il suo desiderio che qualsiasi cosa stesse succedendo in quel momento potesse finire il più presto possibile ..
Marco voleva solo tornare a casa da scuola …ma ora non lo sapeva più.
Tiziana Altobelli