Luca Lo Presti: Lettere di viaggio 9.03.2013

Qui a kabul il surreale diventa reale e ciò che pare reale diviene irreale lo comprendo discutendo con un signore con cravatta gialla a puntini verdi che indossa una elegantissima giacca in tinta. Il signore in questione ritiene il lavoro delle piccole organizzazioni inutile dato che lui, impegnato nella cooperazione internazionale da anni, vede svanire ogni sforzo non appena la cooperazione lascia il paese. Dal principio mi arrabbio e il tono della mia voce già alterato da una raucedine cronica si fa cupo ma, poi, lo guardo bene e lascio perdere giacche’ evidentemente il suo reale rimane legato al mondo di quelli che sanno tutto e non hanno nulla da imparare. Vorrei raccontargli che occorre vivere tra la gente per capire, vorrei dirgli che non bisogna dare soldi restando rinchiusi in aree protette per fare sviluppo. Vorrei dirgli che alle persone occorre dare fiducia, amicizia e amore perché riprendano a costruire ma lui incalza sulla responsabilità dei governi e l’inutilità della spinta individuale dunque taccio.
Dentro di me penso che davvero e’ Inutile parlargli di consapevolezza che viene dal basso e di ascolto delle reali necessita dunque, gentilmente sorrido, lo saluto con una decisa stretta di mano e mi dirigo verso l’auto di Allawuddin che ci e’ venuto a prendere.

Mentre partiamo per dirigerci in ufficio e’ in corso un attacco suicida che ha come obiettivo il ministero della difesa che si trova a 500 mt da noi. Esplosioni e raffiche di mitra hanno colpito e ucciso 8 bambini. Bambini che vedevamo ogni giorno camminare tra le auto chiedendo pochi spicci in cambio di una preghiera. Bambini che questa guerra la vivono in prima persona e che mai incontreranno quel signore con la cravatta gialla a puntini verdi perché vivono in un mondo troppo lontano da lui.
Bambini che avevano dei sogni che oggi si sono infranti contro pezzi di lamiera esplosa.
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Mentre tutto questo avviene arriviamo in ufficio Pangea dove 12 donne ci attendono indossando i loro abiti migliori perché oggi riceveranno i diplomi che le qualificano come parrucchiere, hanno seguito il corso che abbiamo inaugurato a giugno. Oggi il loro sogno si avverrà infatti, oltre al diploma riceveranno un prestito per poter iniziare la loro attività’. I loro sorrisi e la loro gioia cancellano tutto ciò che sino a questo momento ho vissuto e ascoltato ed e’ gioia.

Giornata strana questa che inizia conversando con un uomo con la cravatta gialla a puntini verdi che crede di essere in un palazzo di vetro a concettualizzare mentre a pochi passi da lui 8 bambini muoiono uccisi da una guerra che si decide negli stessi palazzi e che segue le stesse concettualizzazioni riguardanti i famosi effetti collaterali inevitabili per esportare la democrazia e, nel contempo, 12 mamme potranno dare un futuro ad almeno una ventina di bambini, i loro grazie al microcredito di una piccola organizzazione. Secondo quell’uomo con la cravatta gialla a puntini verdi lavoro inutile ma, lui, non e’ una di loro e, forse, ha problemi differenti rispetto a quelle migliaia di donne e bambini che Pangea ha seguito e segue da 10 anni senza aspettare che i governi si decidano ad ascoltare la voce delle persone.

Ora e’ sera e con la mente piena di questa giornata osservo i miei scarponi impolverati, guardo il volto degli amici e vedo Kabul. Vedo le luci tremule della sera accendersi sul dorso delle colline brulle, vedo veli azzurri che celano figure di donne gonfiarsi al vento. Vedo manti color della terra coprire volti bruni con folte barbe e riconosco un luogo dove il reale e il surreale non si distinguono ma negli sguardi si riconoscere l’amore per la vita e si trova la speranza mai spenta di poter vivere in un mondo in pace.
In silenzio ascolto i loro sguardi e spero di non indossare mai una cravatta gialla a pallini verdi.

Buona notte Luca
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Luca Lo Presti: Lettere di viaggio 11.03.2013

Mi piace stare in Afghanistan, Kabul e’ una città che mi affascina e cattura ma, oggi, un unico pensiero ha pervaso la mia mente: se fossi afghano mio figlio potrebbe essere morto dato che l’Afghanistan e’ uno dei paesi al mondo col più alto tasso di mortalità per i bambini dagli zero ai cinque anni e mio figlio ne ha cinque e mezzo.
Mi chiedo percorrendo le strade di questa polverosa capitale di uno dei paesi più strategici al mondo dove siano finiti i 600 miliardi di dollari che gli americani hanno speso in questi ultimi dieci anni. Mi domando perché gli ospedali siano sporchi e cadenti, senza attrezzature medicali, senza cerotti o flebo. Mi domando perché non ci siano centri gincologici quando le probabilità di morire dando alla luce un bambino sono altissime. Mi domando perché non ci siano fognature, strade asfaltate o scuole pubbliche e, mi domando, perché nessuno si preoccupi di chiedersi dove siano finiti i soldi per la ricostruzione.
Mi domando perché vi siano grandi ville blindate dei tanti signori della guerra. Mi domando perché nascano scuole private gestite dagli stessi signori della guerra. Mi domando chi servano i tantissimi contractors che vestiti come robocop popolano le strade scorazzando su enormi gipponi dai vetri scuri. Mi domando chi siano i troppi uomini in cravatta che popolano l’unico albergo costoso di Kabul.
Mi faccio forse troppe domande e mi chiedo se non sia il caso di evitarne qualcuna agli amici afghani con i quali durante questi anni ho condiviso il sogno di un paese nuovo. Mi chiedo se abbia senso domandare loro cosa accadrà quando nel 2014 le truppe internazionali ritireranno dall’Afghanistan dato che nulla e’ accaduto di nuovo per chi vive nelle case arrampicate sulle colline dei quartieri di Kabul. Mi domando con che occhi potrebbe guardarmi il papa’ della bambina alla quale oggi ho regalato un orsachiotto giallo di mio figlio gli facessi la stessa domanda. Mi domando se questa sera sua mamma guardandola dormire con l’orsachiotto non si stia chiedendo se domani sara’ ancora viva.
Ogni sera prima di dormire guardo fuori dalla finestra per vedere ancora una volta le fiebili luci sulla collina prima che la corrente venga interrotta e mi chiedo quali siano i sogni delle persone che stanno per addormentarsi in quell’unica stanza dove sotto una grande coperta cercano riparo dal freddo e vorrei abbracciarli tutti.

Mi piace stare a Kabul perché malgrado tutto in un turbine di vento e polvere oggi un uomo con il viso segnato dal tempo spingeva con le mani ruvide una piccola ruota panoramica arruginita per far giocare decine di bambini. Mi piace stare a Kabul perché davanti a questo spettacolo di vita Allawuddin mi ha detto:
< speriamo che un giorno in Afghanistan si possa vivere ridendo Luca Jan>
Mi domando se vivro’ abbastanza per esserci quel giorno ma son certo che con Pangea lavoreremo incessantemente tra la gente e con la gente perché questo sogno possa realizzarsi..

Buona notte.

Luca
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Luca Lo Presti: Lettere di viaggio 19.03.2013

Tornato da Kabul ho detto a mio figlio: “Elia, mi sei mancato” e, lui, ha risposto: ” anche tu papa’ mi sei mancato”. Abbiamo imparato in un solo attimo che si può essere uomini esprimendo i nostri sentimenti, abbiamo imparato in un solo attimo che e’ bello anche per un uomo poter esprimere liberamente i propri sentimenti. Mi sono sentito un super eroe, credetemi, e oggi lo racconterò’ a tutti cominciando da voi. Signore mamme e donne tutte, fate un regalo ai vostri uomini, ai papa’ dei vostri figli, fateli sentire uomini anche se piangono o sanno essere dolci. Non dite mai più ai vostri figli maschi ” non piangere, non sei una femminuccia!” Cercate di capire perché piangono e fateli sentire bene. Signore donne, mamme tutte, per favore fate un regalo oggi ai padri dei vostri figli, lasciate che possano sentirsi liberi di esprimere ciò che provano, non fateli vivere nell’incubo di dover seguire il modello “Corona” altrimenti non vi piacciono! Signore donne, per favore, se Corona non vi piace ditecelo! Signori papa’ oggi fatevi un regalo, baciate i vostri figli e insegnategli che gli uomini veri, quelli davvero forti, qualsiasi eta’ abbiano, sanno abbracciarsi guardandosi negli occhi perché si amano e si portano rispetto.

Signori padri, fatevi un regalo oggi che e’ la vostra festa, amatevi e amate chi vi sta accanto senza paura di farlo vedere. Io lo faro’ e cercherò’ di farlo ogni giorno perché essere vero e’ ciò’ che desidero.

Buona festa del papa’ a tutti!
Luca

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Luca Lo Presti: Lettere di viaggio 22.03.2013

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Un giorno di parecchi anni fa mi trovavo per motivi che fanno parte di un altra storia con alcuni guerriglieri del PKK su una montagna nel Kurdistan. Trascorremmo la notte sorseggiando un te’ caldo avvolti in pesanti coperte che graffiavano la pelle osservando un orizzonte duro fatto di montagne aguzze. Sopraggiunta l’alba i barbuti signori posarono i loro kalashnikov e distesero i tappeti da preghiera rivolgendosi al sole che nasceva. Uno di loro mi guardo’ stupito e disse: ” tu non preghi?”
Risposi:” io non sono mussulmano”.
Lui mi guardo’ e con una calma immensa e disse ” e allora? Uomo, ringrazia chi vuoi ma, ringrazia!
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Ringrazia per il sole che ti scalda; ringrazia per lo spettacolo della vita; ringrazia perché anche oggi potrai abbracciare le persone che hai nel cuore”
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Non scordero’ mai quell’attimo e ho riflettuto molto sulle sue parole riducendole a concetti semplici:
se sei nato bello non e’ un merito ma un regalo ammesso che questo ti faciliti le relazioni sociali. Dunque, uomo, ringrazia.
Se sei nato in una condizione sociale agiata non e’ un merito ma un regalo dunque, uomo, ringrazia e cosi per tante altre piccole ma importanti cose.

In tanti mi dicono che mi invidiano o mi ammirano per quello che faccio ma, in realtà, credo solo che tendere una mano a chi e’ stato meno fortunato di me sia un atto dovuto di rispetto e di ringraziamento verso un bene prezioso che e’ la vita dunque, da uomo, ringrazio.

L’ho imparato quella notte e volevo condividere questo pensiero con voi forse perché sta per arrivare Pasqua o forse solo perché sentivo l’esigenza di farlo.

Buon fine settimana a tutti
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Luca Lo Presti: Lettere di viaggio 30.03.2013

Rifletto in queste ore sul significato della Pasqua e cerco una risposta nella sua etimologia:
Pasqua è voce del verbo “pèsah”passare.
Pasqua, è dunque festa per migratori che si affrettano al viaggio.
Pasqua/pèsah è sbaraglio prescritto, unico azzardo sicuro perché affidato alla perfetta fede di giungere qualsiasi sia il viaggio.

Trovo intrigante definire Pasqua come un viaggio e la mia mente e’ appagata da questo concetto ma il mio cuore inciampa e resta fermo innanzi al Sinai e il Golgota che non sono scalabili in quanto inaccessibili alture della fede.

Innanzi ad essi ho agio di affrontare un ulteriore passaggio del “viaggio”: l’ignoto e vedo la Pasqua come il salto oltre il corpo e la vita uccisa verso la più integrale resurrezione.
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Vedo e desidero la forza della Madre che accompagna verso la morte chi resterà per sempre vivo perché e’ amore.
Vedo la Pasqua come viaggio senza ritorno verso la Verità col totale abbandono dell’ipocrisia.
Vedo la Pasqua come atto d’amore e la vivo come festa per viaggiatori che sanno superare le sfide più ardue, che sanno trovare passaggi, aprono brecce e saltano ostacoli la dove ci sono muri e sbarramenti perché sono “atleti di pace” ed e’ col cuore pieno di questo pensiero che desidero che sia Pasqua piena per tutti voi che mi siete amici e che sento vicini in questo incredibile viaggio che e’ la vita.

Un abbraccio e buona Pasqua a tutti
Luca

Luca Lo Presti: Lettere di viaggio 05.04.2013

Il 5 aprile del 1930 il Mahatma Gandhi fece uno tra i più clamorosi gesti di disobbedienza civile con quella che viene ricordata come la marcia del sale. 
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Fu l’inizio della fine dell’occupazione coloniale inglese dell’India. Una marcia clamorosa, silenziosa e pacifica. Educata senza azioni sopra le righe, senza proclami clamorosi, senza insulti e ipocrisie. Migliaia di persone in marcia per lottare educatamente per un diritto sacrosanto, la libertà.
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Il destino vuole che dopo 38 anni da quel giorno venne assassinato Martin Luther King il cui nome viene associato a quello di Gandhi. Entrambi lottavano pacificamente per i diritti civili e sono morti non tradendo i loro ideali. Insegnamenti forti, esempio di uomini che ci parlano di rispetto reciproco per un cammino comune verso un mondo di pace. Insegnamenti inascoltati e morti inutili se leggiamo la storia e sono tanti gli accadimenti che potrebbero confermare questa mia affermazione ma, restando in tema, voglio ricordare il 5 aprile 1992 giorno in cui ebbe inizio uno dei più lunghi e sanguinosi assedi della storia bellica moderna: l’assedio di Sarajevo.
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Oltre 12.000 morti e 50.000 feriti l’85% dei quali civili. Il numero di donne stuprate durante quel conflitto si misura nell’ordine delle migliaia e ancora oggi come milioni di altre vittime di guerra, attendono giustizia.
Curioso leggere la storia seguendo le date e, drammatico notare come uomini giusti muoiano assassinati perché ingombrano la via di chi nel proprio abecedario ha solo forma singolare e non quella plurale.
Oggi, 5 aprile 2013 e’ una data che voglio ricordare perché, oggi, in memoria di chi mi ha dato la vita ed ha iniziato un viaggio verso l’ignoto voglio rinnovare la mia promessa per l’impegno preso perché la vita possa essere un diritto di tutti e vi chiamo testimoni affinché io non faccia proclami o gesti ecclatanti ma resti fedele alla semplicità del fare. Nello stesso tempo, oggi, 5 aprile, nel nome dello stesso padre che tutti abbiamo o abbiamo avuto, desidererei che chi si sta crucciando perché desidera governarci si soffermi a riflettere leggendo la storia invogliato magari anche dal fatto che alla presidenza della Camera dei Deputati si trova oggi chi sino a poche settimane fa e’ stata portavoce per l’ alto commissario per le nazioni unite per i rifugiati e potrebbe ricordar loro che nel mondo muore un bambino di fame ogni 5 secondi oppure, più semplicemente, perché ascoltando le notizie del tg si soffermi a riflettere sul presente sconvolgendosi di dolore nell’apprendere che, oggi, 5 aprile, Romeo Dionisi e Anna Maria Sopranzi ultra settantenni si sono uccisi perché lui esodato e lei pensionata sono stati derubati della loro la dignità.
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Oggi 5 aprile e’ una giornata speciale che voglio ricordare perché, il 5 aprile, come ogni altro giorno e’ unico e non deve essere sprecato in quanto non ci e’ dato sapere quanti giorni ci sono ancora concessi perché noi si possa non sprecare i talenti che ci sono stati affidati ammesso che non li si voglia sprecare viceversa ci basterà sapere che, oggi, 5 aprile, Antonella Clerici alla prova del cuoco indosserà di nuovo i tacchi.

Luca

FONDAZIONE PANGEA ONLUS

Lavoriamo per favorire condizioni di sviluppo economico e sociale delle donne e delle loro famiglie.

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Tutti finalmente “FIGLI” con la nuova legge n. 219/2012.[Avv. Simona Vidè]

In questo secondo appuntamento di approfondimento, mi è parso necessario segnalare le importanti novità introdotte dal ns. legislatore alla normativa della filiazione prevista dal ns. codice civile. Finalmente la nuova Legge 10 dicembre 2012, n. 219, all’ultimo articolo (art. 11) stabilisce che: “Nel codice civile, le parole: «figli legittimi» e «figli naturali», ovunque ricorrono, sono […]

Osho – citazioni

Siate felici!

Proprio in questo momento voi potete essere felici, nessuno vi sta sbarrando il sentiero. Se non potete essere felici proprio in questo momento non potrete esserlo mai piu’. La felicita’ non ha niente a che fare con il futuro. La felicita’ non conosce domani, perche’ essa non dipende da qualche altra cosa; si tratta unicamente di un atteggiamento: voi potete gia’ essere felici cosi’ come siete ora. [Osho]

***

Ogni bambino

Ogni bambino nasce felice, innocente, colmo di meraviglia. Poi accade qualcosa, e tutti quei bambini meravigliosi si perdono: la loro innocenza viene distrutta. E tutta la loro felicità si trasforma in disperazione. Osserva un bambino che raccoglie conchiglie e pietre colorate sulla spiaggia: è più felice dell’uomo più ricco del mondo. Qual è il suo segreto? Quel segreto è anche il mio. Il bambino vive nel momento presente.” [Osho]

***

Se amate qualcuno, non storpiatelo.

Lasciate che il tuo amore si espanda, donate all’altro più spazio di quanto ne abbia mai avuto quando era solo.

Nutritelo, ma non avvelenate il suo nutrimento, non possedetelo.

Lasciate che sia libero, più libero di quanto non sia mai stato.

In questo caso l’amore crescerà in una profonda intimità.

Quando l’amore porta con sé la libertà, scende a profondità maggiori. Quando l’amore fa sentire l’altro rispettato, non umiliato, non distrutto ma sostenuto, quando l’amore ci fa sentire nutriti, liberi, allora scende a profondità maggiori. In questo caso diventa preghiera. Diventa l’esperienza più elevata, suprema della vita. [Osho]

Oggi è morto Don Andrea Gallo…conosciamolo meglio.

“Un prete che si è scoperto uomo”

Andrea Gallo nasce a Genova il 18 Luglio 1928.

La sua vita è dedicata agli gli ultimi, i poveri , gli emarginati: lui è in prima linea sempre.

Inizia il noviziato nel 1948 a Varazze, proseguendo poi a Roma il Liceo e gli studi filosofici.
Nel 1953 chiede di partire per le missioni ed è mandato in Brasile a San Paulo, li inizia gli studi teologici man non sopportando la dittatura di quel paese, rientra ben preso in Italia e prosegue gli studi ad Ivrea. Viene ordinato sacerdote il 1 luglio 1959.


Nel 1960 è nominato cappellano alla nave scuola della Garaventa, un riformatorio per minori: in questa esperienza cerca di introdurre un’impostazione educativa nuova, dove fiducia e libertà provano a sostituirsi al castigo e alla repressione. Lui permetteva ai ragazzi di uscire, di andare al cinema: dava fiducia.

Nonostante che i ragazzi parlassero bene di questo prete, i superiori salesiani, dopo tre anni lo rimuovono dall’incarico senza fornirgli spiegazioni e nel 1964 Andrea decide di lasciare la congregazione salesiana chiedendo di entrare nella diocesi genovese.
Diventa cappellano del carcere di Capraia e nel 1970 viene di nuovo trasferito.

Don Andrea non si limita a predicare dal pulpito, pretende di praticare ciò che dice e invita i fedeli a fare altrettanto: la parrocchia diventa un punto di aggregazione per giovani e adulti, di ogni parte della città, in cerca di amicizia e solidarietà per i più poveri, per gli emarginati che trovano un fondamentale punto di ascolto.

L’episodio che porta nuovamente all’allontanamento dei Don Gallo nel 1970 è la sua predica nell’omelia. Lui cerca di far capire che ci sono droghe fatte di parole che travisando il significato stesso della parola portano a far pensare che “ un ragazzo può diventare “inadatto agli studi” se figlio di povera gente, oppure un bombardamento di popolazioni inermi può diventare azione a difesa della libertà”.

Qualcuno ha detto in quel momento che Andrea era oramai sfacciatamente comunista e le accuse si moltiplicavano accusandolo di aver passato ogni limite: la Curia decide per il suo allontanamento dal Carmine (la sua parrocchia).

Questo repentino allontanamento suscita le proteste dei suoi parrocchiani ma non significa per lui abbandonare l’impegno che ha con i suoi fratelli. La cosa più importante per Andrea e che tutti noi dobbiamo sempre fare nostra è che si continui ad agire perché i poveri contino, abbiano la parola: i poveri, cioè la gente che non conta mai, quella che si può bistrattare e non ascoltare mai.


Qualche tempo dopo, viene accolto dal parroco di S. Benedetto, Don Federico Rebora, ed insieme ad un piccolo gruppo nasce la comunità di base, la Comunità di S. Benedetto al Porto: quest’anno si festeggiano trentadue anni.

Dopo tanti anni, la porta di San Benedetto è sempre aperta ma lui, Padre Andrea, ci lascia il 22 maggio 2013.
http://www.sanbenedetto.org

“Vuoi saperne di più? Clicca due volte su qualsiasi parola e approfondisci con in nostro Dixio… la ricerca diventerà divertente e infinita!”

Padri che non vogliono fare i mammi

La «gestione» del neonato? Una faccenda da uomini
Manuale per padri (presenti) che non vogliono fare i mammi
[di M. Ricci Sargentini, dal blog Corriere delle Sera]


Neonati istruzioni per l’uso. Come è noto, quando nasce, un bambino non arriva corredato da un manuale. Le neomamme, di solito, in gravidanza leggono libri che le preparano al lieto evento e, dopo il parto, si affidano all’istinto e ai consigli della neononna. Finora, però, era mancata una guida per i papà. Oggi, infatti, gli uomini vogliono esserci sin dal primo momento. I più giovani sono anche disposti a cimentarsi con il cambio del pannolino, le poppate, le veglie notturne. I neopadri, però, si sentono alle prime armi e reclamano istruzioni pratiche, un po’ come quelle che ti arrivano con i mobili dell’Ikea. In loro soccorso è arrivato Henk Hanssen, olandese, due bambini, che ha scritto La gestione dei neonati per uomini. Un libro molto pratico, in cui il bebè è considerato alla stregua di un prodotto. Le istruzioni sono precise sino alla nausea, dal nutrimento al cambio del pannolino, con tanto di lista di cose da portarsi dietro quando si va a passeggio. Un successone: in Olanda guida ha venduto migliaia di copie ed è stata tradotta in inglese, tedesco, cinese e portoghese.

http://27esimaora.corriere.it/articolo/il-bambino-si-puo-gestire-come-un-prodotto/

 

 

Da Pangea – Luca Lo Presti

24 milioni di persone nel mondo sono vittime di tratta degli esseri umani.

l’80% di loro viene utilizzato a scopi sessuali. 2 persone su 3 tra esse sono donne.

Solo una su cento viene liberata e salvata. Il traffico di esseri umani è considerato dal tribunale penale internazionale un reato tra i più gravi insieme al genocidio e ai crimini di guerra eppure si spendono pochissimi soldi per fermarlo, perché? Il traffico di esseri umani ha un valore stimato di 32miliardi di dollari forse in questo possiamo trovare una risposta. Altra spiegazione la si trova nelle parole del responsabile delle Nazioni Unite per la tratta che dice: la maggior parte dei corpi di polizia al mondo è gestita da maschi che reputano un reato minore l’avvio alla prostituzione oppure addirittura non lo considerano reato.
Non molto tempo fa ho seguito un autobus carico di bambini che sarebbero stati venduti come schiavi del sesso, oggi sono nuovamente con le loro mamme ed inseriti in un progetto Pangea. Raccontavo questo ad alcune persone oggi e loro mi hanno detto che il mio gli sembra uno sforzo inutile, hanno detto che malgrado me tutto continuerà come prima. Li ho guardati serio ed ho raccontato loro una storia africana che non molto tempo fa un caro amico mi ha voluto regalare, la storia recita pressappoco così:

Un giorno nella foresta scoppiò un incendio. Tutti gli animali cominciarono a scappare, tutti all’infuori di un piccolissimo colibrì che, facendo avanti ed indietro dal fiume, riempiva il suo becco con le poche gocce d’acqua che poteva contenere e le lasciava cadere sull’incendio. Un elefante osservando la scena derise il piccolo uccello e gli domandò: ma cosa pensi di fare, di salvare tutti gli animali della foresta?! Il colibrì lo guardo e serio rispose: <tu scappa pure se vuoi, io faccio la mia parte!>

Buona giornata di sole a tutti!

Luca Lo Presti   www.pangeaonlus.it

 

Prima consulenza legale gratuita – Milano

Un servizio di informazione, orientamento e prima consulenza legale gratuita, in cui trovare consiglio e risposte a dubbi o questioni giuridiche. Lo Sportello Legale di Cascina Cuccagna consente al cittadino di ricevere orientamento e prima assistenza legale, utile alla risoluzione del suo caso. In particolare, in materia di: • FAMIGLIA (separazione e divorzi, accordi di […]

AGLIO

Aglio, infiorescenza

Aglio, infiorescenza

ALLIUM SATIVUM

L’aglio è conociuto e utilizzato sin dall’antichità. Era già importante nell’alimentazione degli Egizi e degli Ebrei.

Si utlizza il bulbo.

Nella nostra alimentazione è importante per le sue proprietà:

  • antitrombotiche;
  • ipolipidemizzanti;
  • ipocolesterolemizzanti.

L’aglio è utile per:

  • la prevenzione dell’arteriosclerosi e delle sue complicazioni associate;
  • migliorare la circolazione sanguigna;
  • l’ipertensione arteriosa leggera;

Essendo un buon antimicotico, è un buon disinfettante intestinale.

VALERIANA OFFICINALIS

 

 

VALERIANA OFFICINALIS

Utilizzata già dai Greci, dai Romani e dai nativi Americani.

Cresce in tutta Italia e fiorisce da maggio ad agosto.

Si utilizza la radice da cui si ricava un olio essenziale che contiene acido valerenico e altri principi attivi.

La valeriana è utile per:

  • ridurre nervosismo e agitazione;
  • migliorare umore e concentrazione;
  • prendere sonno e migliorarne la qualità.

La valeriana ha proprietà anticonvulsive e viene usata per aiutare durante le cure per la dissuefazione dal tabacco.

ARGILLA VERDE

 

 

ARGILLA VERDE

Possiamo definire l’argilla verde una “tera magica”; era già conosciuta dagli Egizi, dai Greci, dai Romani, dai Cinesi… Era importante per i suoi principi purificatori ma anche perchè curava dolori e contusioni.

In natura l’argilla è una roccia tenera, composta da minerali e oligo-elementi. Contine silicato di alluminio e di potassio, sodio, magnesio, calcio, ferro, fosforo, rame, zinco, selenio, cobalto e manganese in proporzioni diverse e variabili e sono queste che ne determinano il colore.

L’argilla verde è utile alla pelle per:

  • purificarla;
  • pulirla e tonificarla;
  • aiutarla nella cicatrizzazione;
  • addocirla  e pulirla da ogni impurità;
  • assorbire e regolarizzare l’eccesso di sebo.

L’argilla verde è un importante protettivo gastrico, infatti, tramite la sua azione anti acidità gastrica, cicatrizzante delle mucose digestive, disintossicante e rimineralizzante è efficace contro i disturbi digestivi.

Pioggerella (Shinkichi Takahashi)

Un gatto percorre il recinto gocciolante

svanisce nella verde ombra,

vuota come un pensiero perduto.

Terra nell’artiglio di un gatto morto,

budella sparse sul selciato-

tempo, quegli occhi a spillo.

Nella soffitta tre gattini si leccano.

Una vecchia, simile a un becco ricurvo,

cerca di ricordarsi il nome del gatto.

 

Conchiglia (Shinkichi Takahaschi)

Nulla assolutamente nulla
è nato,
muore, la conchiglia ripete ancora
e ancora
dal profondo della sua cavità.

Il suo corpo
spazzato dalla marea – e allora?

Dorme
nella sabbia, asciugandosi al sole,
bagnandosi
sotto la luna. Nulla a che fare
con il mare
od altro. Ancora
e ancora

svanisce con l’onda.

I consigli della Maestra Sinforosa Castoro

Con le Regole ci vuole Saggezza e Perseveranza

Con i bambini ci vuole, oltre che tanta pazienza ed entusiasmo, perseveranza nel dire, ridire e ribadire le regole. Perché? Perché i bambini e le bambine se le dimenticano troppo in fretta, le regole; e noi adulti, purtroppo, ci stanchiamo di ripeterle preferendo soprassedere.
Quante volte abbiamo detto a nostro figlio: «A tavola si sta seduti… Non si può volere ogni giorno un giocattolo nuovo… Non si getta la carta in terra…» e via discorrendo. Poi, però, quando nostro figlio si alza da tavola e noi, stanchi della giornata, facciamo finta di non vedere o quando fa i capricci davanti alla vetrina del giornalaio e non sappiamo più che pesci pigliare ci viene più facile accontentarlo. È vero, non è bello che nostro figlio pianga e si disperi davanti al giornalaio, tutta la gente poi si gira a guardare con quell’espressione interrogativa come se avessimo fatto chissà qual torto a quel ‘povero piccolo’ che proprio in quel momento si fa letteralmente trascinare via. Tuttavia, è qui che ci sbagliamo. Il bambino, anche se piccolo – soprattutto se piccolo -, capisce al volo quando un adulto è prossimo a cedere, ha un sento senso, e scatena tutte le sue armi più sofisticate per farvi impietosire; ne approfitta è ovvio, non facciamo così anche noi in certe circostanze? Davanti all’argomento REGOLE, alcuni potrebbero obiettare che inculchiamo ai nostri bambini troppe regole e che invece sarebbe meglio che i bambini crescessero liberi, senza alcuna regola. In un certo qual modo non hanno torto, costoro, uno psicologo diceva sempre a noi insegnanti che “il troppo e il niente danno lo stesso risultato”.
Ecco allora gli ingredienti necessari: saggezza nel discernere bene quali e quante regole dare al bambino e perseveranza nel mantenere fede a quelle regole, costi quel che costi.
Solo così faremo di quel bambino, bambina un adulto di spessore.
Sinforosa castoro

E’ Natale (Madre Teresa di Calcutta)

E’ Natale – Madre Teresa di Calcutta

E’ Natale ogni volta
che sorridi a un fratello
e gli tendi la mano.
E’ Natale ogni volta
che rimani in silenzio
per ascoltare l’altro.
E’ Natale ogni volta
che non accetti quei principi
che relegano gli oppressi
ai margini della società.
E’ Natale ogni volta
che speri con quelli che disperano
nella povertà fisica e spirituale.
E’ Natale ogni volta
che riconosci con umiltà
i tuoi limiti e la tua debolezza.
E’ Natale ogni volta
che permetti al Signore
di rinascere per donarlo agli altri.

Bambino Gesù, asciuga ogni lacrima (Giovanni Paolo II)

Bambino Gesù, asciuga ogni lacrima – Giovanni Paolo II

Asciuga, Bambino Gesù, le lacrime dei fanciulli!
Accarezza il malato e l’anziano!
Spingi gli uomini
a deporre le armi
e a stringersi in un universale abbraccio di pace!
Invita i popoli,
misericordioso Gesù,
ad abbattere i muri
creati dalla miseria
e dalla disoccupazione,
dall’ignoranza
e dall’indifferenza,
dalla discriminazione e dall’intolleranza.
Sei tu,
Divino Bambino di Betlemme,
che ci salvi,
liberandoci dal peccato.
Sei tu il vero e unico Salvatore,
che l’umanità spesso cerca a tentoni.
Dio della pace,
dono di pace
per l’intera umanità, vieni a vivere
nel cuore di ogni uomo e di ogni famiglia.
Sii tu la nostra pace
e la nostra gioia!

Lo Zampognaro (G.Rodari)

Lo zampognaro

Se comandasse lo zampognaro
Che scende per il viale,
sai che cosa direbbe
il giorno di Natale? “Voglio che in ogni casa
spunti dal pavimento
un albero fiorito
di stelle d’oro e d’argento”. Se comandasse il passero
Che sulla neve zampetta,
sai che cosa direbbe
con la voce che cinguetta?
“Voglio che i bimbi trovino,
quando il lume sarà acceso
tutti i doni sognati
più uno, per buon peso”. Se comandasse il pastore
Del presepe di cartone
Sai che legge farebbe
Firmandola col lungo bastone? “Voglio che oggi non pianga
nel mondo un solo bambino,
che abbiano lo stesso sorriso
il bianco, il moro, il giallino”. Sapete che cosa vi dico
Io che non comando niente?
Tutte queste belle cose
Accadranno facilmente; se ci diamo la mano
i miracoli si faranno
e il giorno di Natale
durerà tutto l’anno.

Il magico Natale (G.Rodari)

Il magico Natale


S’io fossi il mago di Natale
farei spuntare un albero di Natale
in ogni casa, in ogni appartamento
dalle piastrelle del pavimento,
ma non l’alberello finto,
di plastica, dipinto
che vendono adesso all’Upim:
un vero abete, un pino di montagna,
con un po’ di vento vero
impigliato tra i rami,
che mandi profumo di resina
in tutte le camere,
e sui rami i magici frutti: regali per tutti.
Poi con la mia bacchetta me ne andrei
a fare magie
per tutte le vie.

In via Nazionale
farei crescere un albero di Natale
carico di bambole
d’ogni qualità,
che chiudono gli occhi
e chiamano papà,
camminano da sole,
ballano il rock an’roll
e fanno le capriole.
Chi le vuole, le prende:
gratis, s’intende.

In piazza San Cosimato
faccio crescere l’albero
del cioccolato;
in via del Tritone
l’albero del panettone
in viale Buozzi
l’albero dei maritozzi,
e in largo di Santa Susanna
quello dei maritozzi con la panna.

Continuiamo la passeggiata?
La magia è appena cominciata:
dobbiamo scegliere il posto
all’albero dei trenini:
va bene piazza Mazzini?
Quello degli aeroplani
lo faccio in via dei Campani.
Ogni strada avrà un albero speciale
e il giorno di Natale
i bimbi faranno
il giro di Roma
a prendersi quel che vorranno.
Per ogni giocattolo
colto dal suo ramo
ne spunterà un altro
dello stesso modello
o anche più bello.
Per i grandi invece ci sarà
magari in via Condotti
l’albero delle scarpe e dei cappotti.
Tutto questo farei se fossi un mago.
Però non lo sono
che posso fare?
Non ho che auguri da regalare:
di auguri ne ho tanti,
scegliete quelli che volete,
prendeteli tutti quanti.

L’albero dei poveri (G.Rodari)

L’albero dei poveri


Filastrocca di Natale,
la neve è bianca come il sale,
la neve è fredda, la notte è nera
ma per i bambini è primavera:
soltanto per loro, ai piedi del letto
è fiorito un albereto.
Che strani fiori, che frutti buoni
Oggi sull’albero dei doni:
bambole d’oro, treni di latta,
orsi dla pelo come d’ovatta,
e in cima, proprio sul ramo più alto,
un cavalo che spicca il salto.
Quasi lo tocco… Ma no, ho sognato,
ed ecco, adesso, mi sono destato:
nella mia casa, accanto al mio letto
non è fiorito l’alberetto.
Ci sono soltanto i fiori del gelo
Sui vetri che mi nascondono il cielo.
L’albero die poveri sui vetri è fiorito:
io lo cancello con un dito.

Il pianeta degli alberi di Natale (G.Rodari)

Il pianeta degli alberi di Natale (G.Rodari)


Dove sono i bambini che non hanno
l’albero di Natale
con la neve d’argento, i lumini
e i frutti di cioccolata?
presto, presto adunata, si va
sul Pianeta degli alberi di natale,
io so dove sta. Che strano, beato Pianeta…
Qui è Natale ogni giorno.
Ma guardatevi attorno:
gli alberi della foresta,
illuminati a festa,
sono carichi di doni.
Crescono sulle siepi i panettoni,
i platani del viale
sono platani di Natale.
Perfino l’ortica,
non punge mica,
ma tiene su ogni foglia
un campanello d’argento
che si dondola al vento.
In piazza c’e’ il mercato dei balocchi.
Un mercato coi fiocchi,
ad ogni banco lasceresti gli occhi.
E non si paga niente, tutto gratis.
Osservi, scegli, prendi e te ne vai.
Anzi, anzi, il padrone
Ti fa l’inchino e dice:”Grazie assai,
torni ancora domani, per favore:
per me sarà un onore…” Che belle le vetrine senza vetri!
Senza vetri, s’intende,
così ciascuno prende
quello che più gli piace: e non si passa
mica alla cassa, perché
la cassa non c’è. Un bel Pianeta davvero
Anche se qualcuno insiste
A dire che non esiste…
Ebbene, se non esiste, esisterà:
che differenza fa?

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