Tante coccole Antigelo

Il freddo incalza, ”coprite” i bambini di attenzioni che li riparino: cibi sani e rimedi semplici costituiscono il segreto per rinforzare l’organismo dei nostri piccoli.

L’inverno sta arrivando, le giornate sono sempre più grigie e… gli starnuti sono in agguato. Eppure, non sempre i sintomi di un raffreddamento da parte del piccolo di casa devono essere motivo di allarme per suoi genitori. Spesso basta poco per aiutare bambini a riprendersi; i fastidi di ”stagione”, infatti, si possono curare con il buon senso e qualche rimedio naturale ”fai da te”.

Respirazione fluida

Se, per esempio, vi accorgete che il vostro bimbo ha il raffreddore e non riesce a respirare bene, aiutatelo con un rimedio ”della nonna”, come quello di preparare un buon brodo con pollo, verdure e aromi. Prima di farglielo sorseggiare lentamente, però, abbiate l’accortezza di fare in modo che il bimbo ne inali i vapori (un po’ come quando si fanno i suffumigi) con l’aiuto di una capace zuppiera: in questo modo le mucose nasali vengono decongestionate e la respirazione diviene più fluida.

Per combattere raffreddamenti vari è altrettanto consigliabile fare dei pediluvi e insegnare ai bambini a immergere i piedini, per almeno dieci minuti, in una bacinella di acqua calda (senza esagerare con la temperatura!). Passando all’alimentazio-ne, pompelmi, arance, kiwi, uova, carne rossa e bianca, succhi di frutta, cereali e tè deteinato sono veri alleati per combattere l’arrivo del freddo e far funzionare al meglio l’organismo e il sistema immunitario.

Tosse e mal di gola

E ancora, se il problema è una brutta tosse, una cura semplicissima e gustosa è quella di preparare dei fantastici biscottini all’anice (che è un ottimo espettorante). La ricetta è facilissima: basta aggiungere circa tre cucchiaini di semi di anice a un composto formato da 4 uova, lavorate con 125 g di zucchero, 125 di miele e con 300 g di farina, e versare il tutto in una teglia, quindi infornare per 30-40 minuti, far raffreddare tagliare a rettangoli.

IN CASO DI FEBBRE

Nel caso in cui il bambino avesse un pochino di febbre, è consigliabile non forzarlo a mangiare ma farlo bere molto spesso, soprattutto bibite zuccherate (non gassate) e dargli del miele al posto del solito zucchero raffinato, che potrebbe ostacolare l’assorbimento della vitamina B.

 

In questo periodo non si sottovalutino i cibi ”anti-freddo”

Per il mal di gola la propoli è un rimedio naturale dalle note doti antinfiammatorie e disinfettanti; in erboristeria e in farmacia si trovano pastiglie, tinture e spray pronti all’uso di grandissima efficacia; oppure si possono far bollire 15 g di cannella in un litro d’acqua far bere al piccolo il composto, dopo averlo filtrato, due o tre volte al giorno.

Sport, alleato della salute

Una disciplinata attività fisica è indispensabile per aiutare il fisico a svilupparsi correttamente

Una crescita armoniosa, sana ed equilibrata garantisce ai bambini uno sviluppo fisico e mentale appropriato e ideale. Per questo, oltre a un’alimentazione varia e ricca, è necessario praticare uno sport fin da piccoli. Una corretta e disciplinata attività fisica è indispensabile per aiutare l’organismo a mantenersi in salute e il fisico a svilupparsi correttamente, soprattutto nella fascia di età che va dai 3 ai 12-13 anni.

Veloce crescita

Verso i 4 anni, infatti, il corpo comincia una veloce crescita, prevalentemente “ossea” ed è quindi proprio da questo momento in poi che lo sport diventa un fondamentale alleato della salute presente e futura del bambino. L’attività fisica stimola anche la produzione di endorfine, molecole importanti per rinforzare la stima in se stessi e mantenere costante l’equilibrio interno, donandogli un fondamentale benessere psicologico. I bambini che intraprendono un’attività sportiva hanno, inoltre, la possibilità di passare più tempo fuori casa e socializzare, allargando la loro cerchia affettiva o, comunque, scoprendo nuove realtà ed evitano di stare eccessivamente davanti alla televisione o al computer.

Allo stesso tempo, i piccoli imparano ad autodisciplinarsi scoprendo le regole o i principi dello sport prescelto e abituandosi a rispettarli e condividerli, abbracciando la sportività . Tra le pratiche sportive ce ne sono alcune più indicate per bambini, come le arti marziali, soprattutto il karatè, che permettono di sviluppare il fisico in maniera armoniosa, insegnando metodi di difesa senza un contatto violento e con grande rispetto degli avversari.

Non ci sono sport “migliori” di altri

Un altro sport completo e consigliabile per l’età della crescita è il triathlon, la disciplina che unisce tre sport in uno: il nuoto, la bicicletta e la corsa praticati in gara. E ora, qualche consiglio di comportamento per i genitori di un piccolo sportivo. È importante che il bambino possa praticare senza forzature lo sport che più gli è congeniale, che deve sempre essere vissuto, almeno fino ai 12-13 anni, come un momento di svago e di aggregazione e non come una pressione, una costrizione da parte di genitori o di tecnici.

BUONO A SAPERSI

In genere, qualsiasi disciplina sportiva si decida di intraprendere, si consigliano di solito 2-3 allenamenti alla settimana di circa 1-1,30 ore ognuno. Non bisogna, infatti, rischiare di affaticare l’organismo del bambino.

Spingere con allegria i figli a impegnarsi a calcio, pallacanestro o nuoto può essere un modo per incentivarli ma è importante non esagerare, non cercare a tutti i costi “il risultato” o non obbligarli a essere competitivi a tutti i costi. I piccoli non devono essere investiti dell’ansia di non aver giocato bene o di dover vincere perchè questo agonismo esasperato darà un peso enorme a un eventuale insuccesso, provocando loro inutili frustrazioni.

Mamma, mi fa male un dente!

La carie colpisce anche i denti da latte, ma si può prevenire. Basta un po’ di impegno e prendere qualche accortezza

I denti da latte sono molto spesso e con grande facilità preda della carie. Quali le cause di questo fastidioso fenomeno troppo spesso sottovalutato perche’ colpisce denti destinati naturalmente a cadere? Recenti studi hanno dimostrato che sono alcune abitudini non proprio corrette a favorire l’insorgenza di questa malattia, dovuta all’azione lenta e progressiva di alcuni batteri gia’ presenti nella placca batterica (la sottile pellicola che si deposita regolarmente sui denti).

Non un solo colpevole

Quando i batteri si moltiplicano, trovando nella cavità  orale le condizioni ideali al loro sviluppo, possono aggredire lo smalto del dente, deteriorandolo, oppure spingersi piu’ in profondita’, attaccare la dentina e provocare dolori acuti che, in qualche caso, portano inevitabilmente all’estrazione del dente malato. La carie non si forma, pero’, solo per un’eccessiva assunzione di bevande zuccherate (seguite magari da una frettolosa e poco coscienziosa igiene orale) ma e’ spesso dovuta anche a un prolungato allattamento, sia al seno che con il biberon, dopo che i dentini sono gia’. spuntati.

IL DENTISTA? UN AMICO!

Le visite periodiche dal dentista, che non va consultato solo quando il problema esiste già, devono diventare un’abitudine. Se il bimbo impara a curare responsabilmente i propri dentini e a non farli ammalare, anche l’incontro con questo temutissimo personaggio sarà più sereno. Allora, se a vostro figlio sono appena spuntati i primi denti, cominciate da subito a prevenire la carie con semplici accorgimenti e un po’ di attenzione: lo aiuterete a crescere in salute e sorridente!

Limitare i dolci

In questi casi, infatti, soprattutto se il piccolo ha l’abitudine di poppare poco prima di addormentarsi, il liquido succhiato rimane in parte sul palato che viene invaso dai batteri cariogeni che cominciano il loro paziente e antipatico lavoro. I denti da latte, inoltre, non sono forti come quelli permanenti e divengono un facile bersaglio per la carie che agisce molto piu’ velocemente su queste strutture ”non ancora mature”. Con lo spuntare dei primi dentini, quindi, meglio evitare di fargli succhiare latte o altre bevande (tranne l’acqua naturalmente) prima di dormire e, ovviamente, limitare il consumo di dolci, caramelle e alimenti zuccherini in genere.

Allenamento

Inoltre, e’ da considerarsi una sana abitudine quella di incentivare i bambini a spazzolare bene i denti dopo ogni pasto e fargli assumere delle pastiglie di fluoro che stabilizza la struttura dei tessuti del dente rendendolo piu’ resistente. ”Allenare” i bimbi fin da piccoli a prendersi cura dei loro denti e a non sottovalutare il problema della carie, li aiuter. a mantenere anche da grandi un sorriso smagliante e sano. In commercio esistono spazzolini colorati e anatomici, dentifrici dai sapori golosi, che rendono il momento del lavarsi i denti davvero un gioco divertente.

I bambini e il sole – piccolo manuale d’uso

L’estate e il periodo delle vacanze sono per i bambini un momento di gioia indescrivibile. Sguazzare, fare castelli di sabbia, giocare sul bagnasciuga o fare lunghe camminate in montagna sono solo alcune delle attività da svolgere al sole che, essendo importantissimo per la sintesi della vitamina D e quindi per combattere il rachitismo, è amico dei bambini.
Per far godere ai più piccoli solo i benefici di questo naturale e piacevole alleato della salute, però, è bene che la loro pelle delicata, morbida, molto sensibile e più soggetta alle scottature ed eritemi, sia assolutamente protetta e tutelata. La pelle giovane, infatti, capace di guarire più velocemente di quella più matura dalle irritazioni, allo stesso tempo le sviluppa molto più velocemente. I danni che una scorretta esposizione solare può causare in un bambino, quindi, si manifestano molto rapidamente: per questo mamma e papà devono stare all’erta da subito! Per di più una scottatura, oltre che a dolore e fastidio, può provocare disidratazione, febbre e svenimenti e rendere poco piacevoli giorni che dovrebbero essere spensierati e allegri. Perché allora rovinarli, quando basta un po’ di attenzione?

Il filtro solare: “amico per la pelle” del vostro bimbo.
Ormai in tantissimi negozi, supermercati e simili è facile trovare un’ampia scelta di creme solari con vari fattori di protezione, un motivo in più per dare subito ai piccoli l’appropriato scudo dai raggi del sole. Ecco qualche consiglio per scegliere quella più adatta ai bambini e qualche regola di comportamento da adottare al sole.

  1. Su ogni flacone di protettivi solari è riportato il fattore di protezione,ovvero la capacità protettiva del prodotto. Per i bambini è bene scegliere un fattore protettivo molto alto o a una schermatura totale.
  2. Non dimenticare di proteggere le orecchie, il naso e le labbra dei bambini: per queste zone è buona abitudine utilizzare i filtri in stick o in burro, con alto fattore di protezione, che hanno buona resistenza e sono di facile applicazione.
  3. Preferire un prodotto in crema o in gel e con composto non alcolico.
  4. Riapplicare il prodotto ogni due ore: il bimbo giocando o sudando perde parte della protezione.
  5. Non usare olii per bambini prima dell’esposizioni, perché il riflesso che provocano attira i raggi solari e facilita le scottature e attenzione anche alle superfici riflettenti (acqua, neve ecc).
  6. I bambini dovrebbero evitare l’esposizione al sole negli orari in cui i raggi solari sono più intensi,
    ovvero tra le 11 della mattina e le 14/16 del pomeriggio.
  7. Fare bere spesso i bambini per compensare la traspirazione.
  8. Tenere esaminata la pelle dei piccoli: controllare eventuali macchie, escrescenze,eruzioni cutanee
    e parlarne quindi con un dottore o un dermatologo.
  9. Essere i primi a dare il buon esempio: amare il sole ma non abusarne e usare le creme è il modo migliore per goderselo.
  10. Durante il primo anno di vita è bene tenere i piccoli il più possibile al riparo dal sole: in questo periodo una scottatura può diventare un problema piuttosto serio. È quindi molto corretto coprire il bambino (soprattutto se con carnagione molto chiara,capelli chiari o rossi e occhi chiari) con cappellini, magliette e pantaloncini ed usare la carrozzina con tettoia per i neonati o un passeggino con tettoia o ombrellino per i più grandicelli.

Omeopatia

Lo scopritore di un metodo di cura detto OMEOPATIA fu Samuel Hahnemann (1755-1843).
Era un medico presso l’Università di Lipsia che abbandonò presto la professione perchè non era concorde con le metodiche terapeutiche allora in usate (ad esempio i salassi).
Da un primo esperimento con la chinina, fatto su se stesso, constatò la comparsa di sintomi tipo “febbre intermittente”, gli stessi che la sostanza era in grado di curare. Hahnemann capì di aver scoperto una nuova legge terapeutica: le sostanze assunte alle dosi abituali ponderali provocavano specifici disturbi nei soggetti sani mentre a basse dosi erano in grado di guarire.
Continuò gli esperimenti su se stesso, sui suoi familiari e sui suoi assistenti e per evitare gli effetti collaterali di sostanze dotate di poteri tossici, ridusse progressivamente dose sommministrata dei medicamenti fino ad arrivare a quantutà estremamente basse. A questo punto osservò che l’azione dei medicamenti aumentava progressivamente con il diminuire della dose se la sostanza, durante i passaggi della diluizione, veniva sottoposta contemporaneamente ad un processo che egli chiamò “Dinamizzazione”. Secondo questa tecnica ad ogni diluizione del medicamento la soluzione deve essere agitata manualmente per caricare “energeticamente” il rimedio, potenziando così la sua azione terapeutica.

Hahnemann pubblicò i risultati dei suoi studi nel 1796 e nel 1810. Così nacque l’omeopatia.

 

 

Approfondimento sull’omeopatia

L’omeopatia è sempre più ricercata e diffusa: un metodo terapeutico alternativo e complementare alle cure tradizionali, fondato sulla somministrazione di farmaci in grado di produrre i medesimi sintomi che si intendono curare.
Alla base della medicina omeopatica ci sono sostanze totalmente naturali.
L’origine può essere vegetale, minerale o animale: la sostanza va diluita e dinamizzata in acqua prima dell’applicazione terapeutica.
Grazie alla diluizione, i medicinali omeopatici prevedono l’assunzione del principio attivo in quantità estremamente inferiore rispetto ai dosaggi classici. Utilizzati spesso per le cure dei bambini, i medicinali omeopatici non prevedono effetti collaterali.

Medicinali omeopatici e cura dei più piccoli.
E’ bene ricordare che non ci si inventa medici o farmacisti: è per questo che indipendentemente dalla cura scelta, è importante sempre affidarsi ad uno specialista o al proprio medico di famiglia anche prima di una cura omeopatica. Le diverse condizioni costituzionali e sintomatologiche dei bambini possono ovviamente influire sulle modalità e tipologia di cura da affrontare.
La somministrazione dei farmaci omeopatici in granuli, diluiti in acqua, può avvenire in un normale bicchiere ma anche dal biberon per i più piccoli: è importante essere seguiti da uno specialista o un farmacista per una corretta assunzione e dosaggio quotidiano. In Italia non è possibile, secondo la normativa vigente, inserire un foglietto illustrativo.
Non sono previste differenze particolari rispetto agli adulti per l’assunzione: la posologia indicata è identica, 5 granuli o 1 dose per ogni somministrazione.

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Chi è Samuel Hahnemann?

Il buon Samuel  Hahnemann,  inventore dell’ omeopatia,   in quei tempi oscuri, stufo di veder morire la gente curata  dai colleghi a forza di clisteri, salassi, sanguisughe, purghe paurose e altri intrugli  immondi,  ebbe un’ idea che a lui sembrò  buona.
Pensò che se avesse somministrato ai pazienti, una sostanza che se data in dosi tossiche desse  al paziente gli stessi sintomi della malattia  che si voleva curare,   ma fosse  somministrata in dosi molto diluite,  le naturali difese dell’ organismo si sarebbero attivate per guarire quella malattia.

            roma dentisti omeopatia
Hahnemann provò ed ebbe in qualche modo ragione… ma perché ?
La ebbe solo perché sottraendo i poveri pazienti dell’ epoca  alle terapie assassine degli altri medici, fece in modo  che i naturali meccanismi di auto guarigione che ognuno di noi ha,  si potessero estrinsecare liberamente.
Quelle omeopatiche non si possono chiamare legalmente medicine, si debbono chiamare “rimedi”  e il perché lo spiegheremo ora descrivendo come oggi si fabbrichino questi.

  1. Si cerca una sostanza che se data in dosi tossiche dia gli stessi esatti sintomi che da  la malattia che si vorrebbe curare.

  2. Si diluisce questa sostanza con un rapporto di  99 a 1. e cioè:    Su 99 litri di pura acqua  ci deve essere un solo litro della sostanza indicata chiamata Tintura madre.

  3. Si  agita, si dinamizza il tutto ( Il termine usato dagli omeopati è succussione )

  4. Si  prende un solo litro della soluzione lo si mette in altri 99 litri di acqua e si ripete il ciclo dal punto 2 al punto 4 innumerevoli volte, anche fino a 50.

    In parole  semplici e comprensibili anche ad uno studente di III media spieghiamo praticamente cosa siano le diluizione progressive con rapporto di 1 a 99 e cosa ci possa essere nella diluizione finale:
    1° diluizione = 0,01% della tintura madre originale.
    2° diluizione = 0,0001% della tintura madre originale.
    3° diluizione = 0,000001% della tintura madre originale.
    4° diluizione = 0,00000001% della tintura madre originale.
    6° diluizione = 0,0000000001% della tintura madre originale.
    7° diluizione = 0,000000000001% della tintura madre originale.
    8° diluizione = 0,00000000000001% della tintura madre originale.
    9° diluizione = 0,0000000000000001% della tintura madre originale.
    10° diluizione = 0,000000000000000001% della tintura madre originale.
    E via così, fino alla 30° diluizione, dove gli zeri sono un numero spaventoso e impossibile da leggere.

         Alla fine dei cicli, non c’è nessuno al mondo, nemmeno se possiede  le più sofisticate attrezzature scientifiche, che possa rilevare nell’ ultima “soluzione”  anche una sola molecola della sostanza di origine ( Tintura madre) perché c’è solo acqua purissima.
Gli omeopati però affermano   -senza  darci alcuna  prova scientifica– che l’ acqua conservi la memoria della  tintura madre.

        Ma poi,  se anche alla fine delle diluizioni ci fosse anche una sola molecola,  dove andrebbe a finire  questa, se non in una sola pillolina o bottiglietta ?
Gli omeopati attribuiscono all’ acqua proprietà di memorizzazione e per  questo  motivo l’ acqua conserverebbe la memoria della tintura madre  originale con i quale è stato preparato il rimedio omeopatico….. nulla di più falso !  L’acqua non ha memoria, nessuno lo ha mai potuto dimostrare scientificamente.

Dislessia, si può rimediare

Se il bambino fatica a concentrarsi, inverte numeri e lettere, non legge bene, lo si aiuta con terapie mirate e specialisti come psicologi e logopedisti.

Non tutti i bambini in eta’ scolare riescono a leggere un testo correttamente e agevolmente e spesso i loro compiti sono zeppi di errori d’ortografia, di parole scritte in maniera molto sgrammaticata e imprecisa. Questo non sempre significa che il piccolo non si impegna ed e’ svogliato, in qualche caso dietro queste situazioni si nasconde un vero problema: la dislessia (vedi box). Il fenomeno e’ abbastanza diffuso (in Italia si calcola che circa 1.500 persone ne siano affette e che si possa contare un bambino dislessico per classe) e, anche se da essa non si puo’. completamente guarire, si puo’. correggere.

La dislessia diventa un vero e proprio problema quando i bambini frequentano le elementari e sono tenuti a fare dettati, esercizi e a cimentarsi con racconti, favole o lezioni da imparare. I bambini dislessici, pur essendo in tutto e per tutto come i loro compagni, non riescono ad imparare con la stessa rapidit. degli altri e questa situazione pu., nel tempo, provocare loro dei problemi psicologici.

UN DISTURBO NEUROLOGICO

La dislessia non è una mancanza di intelligenza ma un disturbo di carattere neurologico con componente genetica che si manifesta nei piccoli già in età prescolare. È un fenomeno per cui il bambino fatica a concentrarsi, a leggere e scrivere oppure non riesce a imparare le tabelline.

 

Metodi riabilitativi

Accorgersi del problema non e’ arduo: se si nota che il piccolo fa fatica a concentrarsi, inverte numeri e lettere e non riesce a leggere fluentemente e’ bene interpellare uno specialista (neuropsichiatra) che lo sottoporra’ a un test apposito. E’ necessario farlo poi seguire da un logopedista che interverra’. con una terapia adeguata, aiutandolo a superare le sue difficolta’; in qualche caso sara’ anche necessario l’aiuto di uno psicologo per aiutare il bambino a riconquistare fiducia in se stesso.

L’uso della calcolatrice, del PC, la creazione di origami e filastrocche e lo svolgimento di specifici esercizi interattivi sono metodi che possono rivelarsi di grandissimo aiuto nella rieducazione del bambino, aiutandolo attraverso il gioco a rimpossessarsi delle sue abilia’.. Un interessantissimo progetto che sta prendendo piede in Emilia Romagna, e che verra’ presentato anche in Parlamento, si chiama T-Slessia, e’ a cura del Consorzio Interuniversitario Cineca, e propone la riabilitazione dei bambini affetti da problemi di dislessia attraverso la tv digitale terrestre interattiva che permetterebbe di superare alcuni dei limiti legati al trattamento tradizionale.

 

Tosse? Curala con la dolcezza

E’ un fenomeno tutt’altro che raro. Ma non sempre è sintomo di un malanno vero e proprio e può durare solo qualche giorno

È una reazione naturale, un meccanismo che si innesca a causa di un aumento della pressione dell’aria nelle vie aeree, il tentativo di espellere aria in eccesso, o altro corpo estraneo che ostruisce la normale respirazione. Improvvise sudate, sbalzi di temperatura o infreddature possono provocare tosse anche insistente. Il contatto con altri bambini a scuola, poi, favorisce lo scambio di germi con conseguenti infiammazioni delle vie respiratorie che aumentano le secrezioni di muco e catarro scatenando la tosse. Ma non e’ il caso di preoccuparsi troppo di un fenomeno che puo’ risolversi con piccole attenzioni.E che, generalmente, scompare in breve tempo.

Consultare il pediatra è sempre consigliabile

Come riconoscerla La tosse e’ secca quando interessa laringe, trachea e faringe e si manifesta senza catarro. E’, invece, grassa quella tipica delle basse vie respiratorie che interessa bronchi e polmoni. La prima e’ stizzosa e fastidiosa e puo’ portare il bimbo a vomitare, impedendo il sonno. In questi casi, si consiglia l’uso di un aerosol con prodotti specifici da farsi consigliare dal pediatra. Inoltre, meglio farlo dormire semiseduto (in questo modo le secrezioni non si fermano in gola) e dargli una tazza di latte caldo (mai bollente) con abbondante miele: calma la tosse ed allevia il bruciore alla gola. Anche per la tosse grassa, che non deve creare particolare agitazione (soprattutto se non c’e’ febbre o difficolta’ respiratoria) si ricorre all’aerosol con sostanze mucolitiche che sciolgono il catarro.

ATTENZIONE AGLI ANTIBIOTICI

Vietato somministrare antibiotici senza prima consultare il pediatra. La tosse, il più delle volte, è causata da virus sui quali questi farmaci non funzionano. Al contrario, possono solo provocare effetti indesiderati. Solo lo specialista potrà decidere la terapia più indicata o se è il caso di sottoporre il piccolo ad esami più approfonditi.

Idratazione E’ importante idratare bene il piccolo: fargli bere molta acqua o succhi di frutta rende il muco piu’ fluido e facilmente eliminabile. A questo scopo, un deumidificatore favorira’ la sua respirazione. Evitate le sostanze balsamiche che possono provocare bruciori. Se non ha febbre, e’ vivace e conserva l’appetito, anche con la tosse puo’ uscire e giocare. Fate solo attenzione alle correnti d’aria.

il caos al mattino…

Spesso i genitori hanno fretta…al mattino poi il caos regna in casa. Il piccolino che ha fame, la bimba più grande deve vestirsi per andare a scuola. Magari si urla “vestiti che è tardissimo”… e inizia la giornata col batticuore.
I bambini vanno motivati ma questo non basta, bisogna che siano in grado di fare ciò che gli viene chiesto.
Il fatto di urlare perchè si è in ritardo… per il bambino non ha significato (se è piccolo) perchè non ha la nozione del tempo. Poi, per lui è meglio continuare a giocare…
Per superare tutto questo e farlo durare nel tempo (educare e non sottomettere) bisogna chiedere collaborazione anche ai più piccoli. E’ estremamente importante dargli una buona ragione per fare ciò che chiediamo, una ragione vera e da lui assimilabile. Creare un clima di collaborazione e di intesa gli farà acquisire sicurezza, disponibilità e voglia di fare.
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Riassumendo:

  • vuoi che al mattino il tuo cucciolo si vesta in fretta (e sia felice di farlo)? Insegnagli a vestirsi e dagli una buona ragione per farlo.
  • Vuoi che il tuo bambino non abbia un atteggiamento di chiusura nei tuoi confronti? Dai attenzioni a tuo figlio quando collabora, cerca di capire perchè ti sta dicendo di no e metteti nei suoi panni…rimproveri, minace,scapaccioni… gli insegneranno solo come “mal comportarsi” per ottenere qualcosa.

Donatella

Mia mamma diceva…

“Quando hai finito di riordinare la tua camera puoi uscire con le tue amiche”


ecco cosa mi faceva correre a riordinare… e pian piano è diventata una sana abitudine. Prima di uscire, ogni mattina, mi guardo intorno… come se mia mamma mi ripetesse le stesse cose.
Una richiesta simile da parte dei genitori aiuta il bambino a sviluppare il senso del dovere in modo naturale, lo aiuta a capire che non vive “da solo” e che fa parte di un gruppo (la famiglia) dove ognuno ha un compito e uno spazio proprio.

L’importante è dare la possibilità di scegliere. Invece di imporre è più costruttivo far fare una scelta (anche non gradita) al bambino. La minaccia della punizione non gli da scelta e quindi nasce in lui il senso di impotenza, di rabbia, di imposizione. Del resto se il bambino si rifiuta di obbedire… non sempre i genitori sono capaci di mettere in atto la punizione paventata… e perdono di credibilità, dando atto al bambino che il suo comportamento non porterà all’attuazione della minaccia e quindi potrà essere ripetuto.

Donatella

Quando i bambini dicono: No, non mi vesto!

Ma abbiamo mai pensato a cosa sudderebbe se ogni mattina qualcuno ci imponesse ciò che dobbiamo indossare…?
Spesso i bambini si rifiutano di vestirsi… sarà che gli stiamo imponendo ciò che piace a noi?

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Questione facilmente risolvibile, con un poco di pazienza!
Bisogna iniziare col far scegliere cosa vuole indossare (magari la sera prima… così al mattino fila tutto più liscio); farlo scegliere cercando di fargli capire cosa mettere se è un giorno freddo, se sarà una giornata in cui farà attività all’aperto… (così gli insegnamo che anche le condizioni atmosferiche vanno tenute in considerazione)
Il bambino non fa sempre i capricci, ha delle opinioni! 
Dategli dei limiti di tempo per decidere, fategli capire la situazione ma… rispettare i suoi momenti di decisione. La cosa che non va mai fatta è CRITICARE. Dirgli “se esci così sembri…” non produrrà nulla. Entro limiti precisi e stabiliti insieme, il bambino già a tre anni imparerà il giusto comportamento.
Comunque è importante che ci sia sempre un dialogo così come sono importanti le regole, la comprensione e la capacità di farcapire al bambino cosa è giusto. Ciò lo renderà forte e sicuro.

Donatella.

REATECH ITALIA – disabilità e scuola…

Il Portale dei bambini ha partecipato a Reatech Italia.

Se pensiamo che Albert Einstein era dislessico, Beethoven sordo, Marylin Monroe balbuziente…possiamo capire che  affrontare i propri limiti e superarli è notevole… eppure di fronte ad un disabile o ad un anziano malato molti giovani (e anche molti adulti) faticano ad accertarli, capirne i limiti, sapere come relazionarsi con loro.

Obbiettivo di questa importante settimana è stato  spiegare ai bambini e ai ragazzi che l’inclusione è una sfida, ma che accettare questa sfida fa vincere tutti, fa diventare migliori!

“In Italia ci sono 4 milioni di disabili e oltre 7 milioni di anziani. Che cosa hanno in comune? Hanno esigenze speciali che li obbligano ad affrontare la vita in modo forse diverso dagli altri”, afferma Francesco Conci, Direttore esecutivo di Fiera Milano Congressi organizzatore di Reatech Italia. “Ma ciò non significa che non abbiano qualcosa di importante da offrire agli altri. Perchè ciascuno di noi è unico e irripetibile e può crescere nella relazione con gli altri, trovare aiuto ed offrirne. La nostra società deve riscoprire che le persone valgono non per ciò che sanno fare o ciò che possono produrre ma per ciò che sono. Crediamo che sia importante che questi valori vengano trasmessi ai più giovani, che si imparino anche a scuola. Per questo come Reatech Italia abbiamo deciso di lanciare la Settimana dell’Inclusione, un’iniziativa rivolta a tutti tipi di scuole che offrirà agli insegnanti supporti concreti per affrontare il tema della disabilità e dell’accettazione dell’altro e del diverso”.

Un percorso per riflettere: per le scuole materiale didattico e tanti laboratori ed eventi in un percorso articolato che ha previsto la possibilità di lavorare in classe con gli alunni a partire da una serie di sussidi didattici e di spunti video e bibliografici che saranno messi a disposizione sul sito www.reatechitalia.it.

(dal sito www.reatechitalia.it)

 

 

ALTRO BAMBINO MUORE SOFFOCATO DA CIBO: FERMIAMO QUESTA STRAGE

Il Pediatra Alberto Ferrando lancia un grido d’allarme…
ALTRO BAMBINO MUORE SOFFOCATO DA CIBO: FERMIAMO QUESTA STRAGE : NOTIZIA QUI: http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/lombardia/articoli/1113140/pavia-bimbo-di-2-anni-muore-soffocato-dal-cibo.shtml
Diffondete la manovra antisoffocamento (manovra di Heimlich nell’adulto e nel bambino grande). Dal 1995 come pediatri ne parliamo e cerchiamo di diffonderla cozzando contro un muro di ignavia e indifferenza.Anche da parte di genitori. La manovra purtroppo non interessa chi ha velleità commerciali. Non c’è un farmaco, un probiotico, un integratore, una medicina naturale o altro (omeopatia, fitoterapia, antroposofia, fiori di bach…..) da vendere che possa sponsorizzare e così non si pubblicizza, non si diffonde e un bambino alla settimana, in Italia, muore soffocato (prevalentemeNte da cibo come questo ultimo bambino di 2 anni). AIUTATEMI E AIUTATECI A DIFFONDERE LA MANOVRA. Abbiamo fatto tanti interventi pubblici e altri ne faremo ma sento dire…ho da fare…ho altri impegni…. Ecc.Il 2 ottobre, come UNICEF ne parlerò pubblicamente ma Vi informerò.
Intanto potete vedere e segnalare di vedere le manovre su internet e precisamente su:
www.apel-pediatri.org
www.manovredisostruzionepediatrica.com
www.ferrandoalberto.blogspot.it/search?q=manovra

Benvenuto nel sito dei pediatri della Liguria

www.apel-pediatri.org

Pediatri, medicina, salute

Spasmi affettivi, capricci

Spasmi affettivi, capricci [tratto da www.ferrandoalberto.blogspot.it – Dott. Alberto Ferrando]

Un fenomeno abbastanza frequente nei bambini sono gli gli spasmi affettivi (episodi di apnea inspiratoria nei bambini, con possibile perdita di conoscenza dopo essere diventati, nella forma più frequente cianotici). Quando il bambino trattiene il respiro cercate di intervenire prontamente soffiandogli in faccia o ,se avete la possibilità, spruzzandogli un pò di acqua sul volto. Anche se perde coscienza comunque non ci sono conseguenze e la ripresa è rapida per il bambino (un pò meno, psicologicamente, per i genitori e i nonni in quanto ci si trova una bella “paura”).
Gli “spasmi affettivi” compaiono dopo frustrazioni, sgridate o se il bambino è contrariato o in caso di dolore in circa il 5 % dei bambini. Soprattutto nell’età da 6 mesi ai 2 anni e terminano in alcuni addirittura a 6 anni .
Gli spasmi affettivi più frequenti sono quelli in cui il bambino trattiene il respiro e diventa cianotico (più rari alcuni detti “pallidi” che compaiono più frequentemente in caso di stimoli dolorosi). Se contrariati alcuni bambini possono arrivare agli spasmi affettivi, altri arrivano a vomitare o battono la testa ripetutamente al muro o a terra. Molto spesso in queste occasioni viene naturale all’adulto assecondarli e dargliele ed è lì che loro approfittano della situazione e imparano che quella è la strada per ottenere ciò che vogliono, è un precedente. Nei bambini che arrivano ad avere gli spasmi affettivi cianotici bisogna, nel tempo, cercare di non concedere tutto per paura della crisi e se compare, come detto sopra, soffiare in faccia al piccolo o bagnarlo con dell’acqua, mantenendo la calma, perché se il bimbo perde conoscenza, si riprende subito.
In alcuni casi un fattore favorente è la carenza di ferro. Ovviamente quanto scritto deve essere valutato dal proprio pediatra curante sia per la conferma della diagnosi che per una eventuale terapia e soprattutto per consigli su educazione e comportamento.

Come si sviluppa l’abilità di lettura

[Tratto dal libro : “Diagnosi dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento Scolastico” di Vio, Tressoldi e Lo Presti, Erickson”] 

 
1. Stadio Pittografico.
2. Stadio logografico (5-6 anni)
Anche se non si conoscono i singoli suoni, si riconosce che una determinata parola si riferisce a una determinata cosa. Ad esempio, si riconosce, la parola «casa» che si riferisce al disegno della casa, ma non si conoscono né le lettere,
né il loro singolo suono («c-a-s-a»).
All’interno dello stadio logografico si manifesta lo sviluppo delle seguenti due abilità:
a) Consapevolezza fonologica: concerne la capacità di saper riconoscere le varie parti fonemiche della parola.
b) Abilità visive: premesso che il bambino dovrebbe possedere normale acuità visiva o vista corretta, per abilità visive s’intende il saper riconoscere le varie parti della parola (ad es., grafema, sillaba, morfemi, ecc.).
3. Stadio alfabetico (6-7 anni)
c) Lettura fonologica: è l’acquisizione della capacità di conversione del grafema nel fonema corrispondente.
Nel modello a due vie questa viene anche definita come «via fonologica» o «sub-lessicale».
4. Stadio ortografico (8 anni in su)
d) Lettura lessicale: Con questa modalità di lettura il bambino amplierebbe sempre di più il suo magazzino
di parole (si tratta appunto di un lessico nel quale sarebbe conservato il significato di quella parola e la sua pronuncia).

Non usate la codeina per i bambini!

BASTA CODEINA SOTTO AI 12 ANNI

[tratto da: www.ferrandoalberto.blogspot.it]

L’Agenzia Italiana del Farmaco (AlFA) ha disposto, con decorrenza immediata, il ritiro delle seguenti confezioni di medicinali antidolorifici contenenti codeina ad esclusivo uso nei bambini al di sotto dei 12 anni:

  1. 1)  TACHIDOL “Bambini 125 mg/5 mi+7,5 mg l 5 ml5ciroppo”- flacone da 120 mi
  2. 2)  TACHIDOL “Bambini 125 mg/7,5 mg Granulato effervescente”- 10 bustine
  3. 3)  LONARID “Bambini 200 mg+5 mg Supposte” 6 supposte
    4) PARACETAMOLO + CODEINA ANGENERICO “125 mg + 7,5 mg Granulatoeffervescente” 10 bustine

PARACETAMOLO+CODEINA ANGENERICO ” 2,5 g+0,150 g Sciroppo” flacone da 120 mi
Nelle more della presentazione, da parte dei titolari AIC, della richiesta di modifica dei fogli illustrativi necessaria per inserire la controindicazione nei bambini al di sotto dei 12 anni, l’AlFA ha, altresì, disposto il divieto di utilizzo nei bambini di tale categoria di età di tutti i medicinali antidolorifici contenenti codeina da sola o in associazione (elenco allegato),
Tali provvedimenti sono stati emanati a seguito del ricevimento della posizione finale del Gruppo di Coordinamento per il mutuo riconoscimento e le procedure decentrate (CMDh), che ha approvato all’unanimità la raccomandazione del Comitato per la Valutazione dei Rischi per la Farmacovigilanza dell’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) sui medicinali antidolorifici contenenti codeina.
Le conclusioni della rivalutazione del rapporto beneficio-rischio di tali medicinali da parte del PRAC e del CMDh portano a considerare ancora favorevole il profilo beneficio-rischio nei bambini solo di età superiore ai 12 anni, mentre al di sotto di tale età la codeina non deve essere utilizzata come antidolorifico a causa del rischio di tossicità da oppioidi. Tale rischio è aumentato nei bambini metabolizzatori ultra-rapidi della codeina e in pazienti pediatrici sottoposti ad rimozione chirurgica di tonsille e/o adenoidi.

5) Al riguardo l’AlFA ha pubblicato in data 1o luglio il comunicato contenente i dettagli relativi alla raccomandazione sui medicinali contenenti codeina:

1) non devono essere usati in bambini al di sotto dei 12 anni di età;
2) non devono essere usati in tutti i pazienti pediatrici (0-18 anni di età) che si sottopongono a interventi di tonsillectomia e/o adenoidectomia per la sindrome da

apnea ostruttiva del sonno;
3) non devono essere usati in pazienti, bambini e adulti, noti per essere metabolizzatori

CYP2D6 ultra-rapidi;
4)  non devono essere usati in donne che allattano (perché la codeina può passare alneonato attraverso il latte materno);
5)  non sono raccomandati in bambini, di età tra i 12 e i 18 anni, con compromissione della funzionalità respiratoria;
6) devono essere usati alla dose minima efficace per il più breve periodo di tempo.

Eventuali chiarimenti possono essere richiesti al servizio Farmaci-line dell’AlFA all’indirizzo e­ mail farmaciline@aifa.gov.it.

LE 10 REGOLE PER IDENTIFICARE UN GIOCATTOLO SICURO


LE 10 REGOLE PER IDENTIFICARE UN GIOCATTOLO SICURO

Alcune indicazioni utili per identificare un giocattolo sicuro in fase di acquisto:

1 Sulla confezione devono comparire in maniera visibile, leggibile, indelebile e soprattutto in lingua italiana:

–MARCATURA CE rappresenta la conformità ai requisiti essenziali di sicurezza del giocattolo. I giocattoli possono essere immessi sul mercato solo se provvisti della marcatura CE posta sul giocattolo stesso e/o sul suo imballaggio. La marcatura deve rispettare le specifiche e le proporzioni presenti e deve avere un’ altezza minima di 5 mm;

–IL NOME E INDIRIZZO DEL PRODUTTORE, DELL’IMPORTATORE O DISTRIBUTORE e i dati necessari per poterlo identificare, per poterlo contattare in caso di problemi;

–Le AVVERTENZE: indicazione della fascia di età alla quale il giocattolo è destinato e relativa motivazione, avvertenze d’uso per giocattoli che potrebbero presentare rischi particolari: giocattoli chimici, pattini, skateboard, biciclette e simili, giocattoli nautici, giocattoli funzionali che imitano apparecchiature elettroniche (es: ferro da stiro), giocattoli contenuti nei prodotti alimentari (es: sorprese), imitazioni di maschere e strumenti di protezione individuale, giocattoli da appendere a culle e simili, giocattoli contenenti fragranze.

2 Prestate attenzione alle indicazioni relative alla fascia di età dei bambini per la quale il giocattolo è stato progettato e si ritiene di conseguenza adatto.

–In assenza di un’età consigliata si presuppone che il giocattolo sia destinato a tutte le età (0-14 anni).

–SE ACQUISTATE GIOCATTOLI PER BAMBINI SOTTO I TRE ANNI, È BENE ASSICURARSI CHE NON CONTENGANO PICCOLE PARTI ACCESSIBILI: potrebbero causare rischio di ingestione. I giocattoli realizzati per bambini di età superiore a 3 anni, ma potenzialmente utilizzabili da bambini di età inferiore ai 3 anni, devono riportare la seguente avvertenza: “ATTENZIONE: NON ADATTO A BAMBINI DI ETÀ INFERIORE A 36 MESI” (oppure “3 anni”, oppure il pittogramma del viso del bambino con il segnale di divieto), seguita dalla motivazione di rischio, ad esempio: “CONTIENE PICCOLE PARTI CHE POTREBBERO ESSERE INGERITE O INALATE”.

3 I giocattoli e le loro PARTI SMONTABILI non devono presentare PUNTE O SPIGOLI APPUNTITI, BORDI TAGLIENTI O ANGOLI ECCESSIVAMENTE SPORGENTI.

4 I GIOCATTOLI MECCANICI devono essere costruiti in modo tale che gli INGRANAGGI NON SIANO ACCESSIBILI.

–FRECCE E ARCHI usati come giocattoli dai bambini devono avere adeguate protezioni che proteggano da possibili lacerazioni. Monitorate il gioco dei vostri bambini: un uso improprio può essere molto pericoloso.

–GIOCATTOLI CHE EMETTONO RUMORI E/O SUONI: per prevenire danni all’udito le norme stabiliscono specifici livelli di rumore producibili dai giocattoli che sono considerati sicuri. Se il suono di un giocattolo all’interno del negozio vi pare troppo elevato, non acquistatelo: i bambini sono molto più sensibili ai suoni rispetto agli adulti.

5 GIOCATTOLI che funzionano A BATTERIA destinati a bambini di età inferiore a 36 mesi devono avere un vano batteria inaccessibile, realizzato in modo tale da richiedere l’intervento di un adulto per essere aperto (ad esempio il vano è chiuso da una vite). Nei giocattoli destinati a bambini di età superiore ai 36 mesi il vano deve essere inaccessibile solo per le batterie a bottone, in tutti gli altri casi può essere facilmente rimovibile. In questo ultimo caso prestate particolare attenzione al possibile surriscaldamento delle pile (derivante da errato posizionamento delle stesse) poiché potrebbero provocare gravi scottature al bambino.

6 Qualsiasi parte del giocattolo deve essere RESISTENTE ALLO STRAPPO. Prestate particolare attenzione alle parti sporgenti rispetto alla sagoma del giocattolo, quali occhi, naso e bottoni.

7 Eliminare sempre i palloncini rotti o sgonfi!

–I PALLONCINI IN LATTICE GONFIABILI SONO PERICOLOSI SE ROTTI O SGONFI poiché potrebbero essere ingeriti. La confezione deve riportare la dicitura: “Attenzione: non adatto ai bambini di età inferiore agli otto anni”.

8 I giocattoli progettati perché il bambino vi giochi all’interno (ad esempio tende da indiano o casette) DEVONO ESSERE ARIEGGIATI e PRIVI DI CHIUSURE AUTOMATICHE che impediscano il passaggio dell’aria o la possibilità al bambino di uscirne facilmente.

9 CORDE, STRINGHE, REDINI E LACCI IN GENERE non devono avere lunghezza e spessore tali da risultare pericolose: potrebbero causare rischi di strangolamento.

10 Una volta aperti, gli imballaggi dei giocattoli DEVONO ESSERE ELIMINATI. I sacchetti di plastica possono risultare PERICOLOSI SE INFILATI IN TESTA (rischio di soffocamento) e gli altri elementi dell’imballaggio potrebbero essere ingeriti.
CONSIGLI

Guardate le istruzioni dei giochi con i vostri figli, appurate che abbiano ben compreso il funzionamento.
Verificate periodicamente che i giocattoli non presentino rotture.
Tenete separati i giocatoli destinati a bambini di fasce di età differenti.
In caso di dubbi sulla sicurezza di un prodotto acquistato, rivolgetevi al vostro punto vendita di fiducia.
Trovate il tempo per giocare con in vostri bambini, farà bene anche a voi.

Per maggiori informazioni: www.giocattolisicuri.com

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