In che modo la didattica dell’arte per bambini può aiutare la tutela e la valorizzazione del nostro Patrimonio Culturale? Cosa possiamo chiedere alle istituzioni? E cosa possiamo fare noi per aiutare a fare scelte culturali?

DSC_0950La didattica narrativa
Il Museo, con le sue evoluzioni di significato, da luogo di raccolta o espositivo a centro di propagazione culturale o di amplificazione delle esperienze territoriali, è un’istituzione destinata a forti cambiamenti per sopravvivere. E la didattica è uno degli elementi utili per questo scopo! Ecco perché non è corretto considerarla solo un “servizio aggiuntivo”. Impostare una buona didattica vuol dire raccontare questa evoluzione ed entrare in contatto con i cittadini. Vuol dire camminare insieme per far conoscere la nostra cultura, perché è diritto e dovere di ciascuno di noi occuparsene. Può allora tornarci utile una didattica narrativa, ovvero una strategia di comunicazione e di mediazione culturale che racconti la nostra storia in maniera rigorosa dal punto di vista scientifico, ma allo stesso tempo chiara ed empatica. Che collabora con i cittadini, ascoltando le loro considerazioni, anche attivando un canale di riscontro e comunicazione nuovo (per esempio l’utilizzo dei social network).
Ma quanti di noi scelgono di visitare un Museo o partecipare ad attività culturali e quanti continuano a non sentirsi a proprio agio (nonostante i tentativi di inserire attività sempre più attraenti)?

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Dalla teoria alla pratica
Occorre cooperare. Dobbiamo pretendere professionalità da chi si occupa di diffondere la cultura, ma dobbiamo anche dare il nostro contributo. Come? Partecipando a quello che viene proposto. Esserci dentro, valutare le attività, lasciarsi guidare, ma anche dare la propria opinione. Bisogna riportare al centro del dibattito la relazione, il sentire personale, il vivere l’esperienza con piacere, entrare in comunicazione con il territorio. Conoscere le esigenze dell’utenza per attivare una relazione mirata, funzionale e “ben voluta”. Le finalità educative vengono seguite solo se sono condivise. La conoscenza delle aspettative permette di selezionare gli strumenti più adatti e di predisporre gli obiettivi più idonei ( accoglienza, inclusione sociale, divulgazione scientifica o artistica, identità sociale). Lo studio delle singole realtà particolari consente di prevenire insuccessi di pubblico e di anticipare bisogni personali e collettivi per fidelizzare utenti, in un’azione riconosciuta da tutte le componenti coinvolte.
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I bambini ci sorprendono
I bambini e le bambine sono interlocutori preferenziali per i tipi di esperienze. Tuttavia non dobbiamo dimenticare che sono un pubblico molto più esigente e attento di quanto immaginiamo. Se raccontiamo bene, tutto quello che diciamo potrà essere accolto da ciascun bambino e rappresentare un’informazione cardine attorno cui far crescere la consapevolezza del nostro Patrimonio storicoartistico.
Una bella responsabilità dunque! Allora pensiamoci valutiamo bene il nostro lavoro. Al giorno d’oggi quasi non esiste associazione, biblioteca, museo, privato che non proponga una qualche attività didattica per bambini legata all’arte. Sono tutte proposte degne di nota? I concetti che a mio parere fanno la differenza nella progettazione di attività o percorsi didattici per bambini di arte sono:
1-approccio ludico e innovativo,
2-interdisciplinarità,
3- attenzione all’età a cui i rivolgo,
4-coerenza tra l’obiettivo e quello che propongo.
Vanno affrontati in contemporanea, perché rappresentano tutte facce della stessa medaglia. Poi esistono tanti modi per declinare queste caratteristiche. Tanti quanti sono i soggetti che propongono le attività. Quello che deve rimanere invariato per tutti è l’attenzione che mettiamo nel progettare e il rispetto che dobbiamo ai piccoli utenti.