La prima volta che vidi Djenebou…in realtà non la vidi…
Io ed Alessandra, l’altra volontaria di UnAltroMondo, eravamo troppo concentrate a parlare con Abdoulaye(il nostro volontario maliano che si occupa del sostegno a distanza), a cercare di camminare sulle strade sconnesse e ripide di Bamako, ad entrare ed uscire dalle case dei nostri bambini sostenuti a distanza, per accorgerci della nonna della bambina.
La nonna di Djenebou, che ci aveva visto visitare le famiglie per portare i regali e le lettere dei sostenitori, ebbe un’intuizione ed attirò l’attenzione di Abdoulaye. Gli chiese di portare le “tubabu” (le due bianche) a vedere la nipotina, Djenebou, che era seduta su una panca fuori dalla sua casa.
Una bella bimba, come tutte le bambine e i bambini maliani, ma quando la nonna le chiese di alzarsi e di camminare, capimmo che LEI era speciale. Aveva le gambe talmente storte che formavano un angolo innaturale, permettendole a malapena di camminare.
Nonostante ciò, coraggiosamente, Djenebou camminò.
Allora io mi voltai dall’altra parte, perchè mi vergognavo di mostrare che avevo le lacrime agli occhi, ma soprattutto mi vergognavo che potesse esserci al mondo una tale ingiustizia, e che doveva esserci un modo per aiutare Djenebou e migliorare la sua vita.
Ci chiesero di scattarle una foto per mostrarla ad un medico in Italia, affinchè capisse quale fosse la sua malattia e potessimo trovare un modo per curarla.
Così Alessandra scattò quella foto e la storia di Djenbou cominciò, e si intrecciò con la nostra e con quella di UnAltroMondo.
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Questa e altre storie sono state raccontate domenica 19 ottobre alla festa annuale del Sostegno a distanza di UnAltroMondo, aiutiamo www.unaltromondo.it