Quali sono i metodi per parlare di arte ai bambini? Che ruolo può avere l’adulto? Perché è importante personalizzare le esperienze?
Spesso mi viene fatta questa domanda: come si avvicinano i bambini all’arte? Si possono avvicinare in diversi modi, si può parlare di arte a differenti livelli, si possono scegliere argomenti e tagli infiniti. Per alcune cose è necessario l’aiuto di un esperto, ma per altre basta una buona dose di curiosità e la voglia di condividere un momento insieme ai nostri bambini. Occorre partire a piccoli passi, coinvolgere se stessi ed essere disposti a sperimentare. Dove per ‘sperimentazione’ non intendo solo utilizzare tecniche impegnandosi in qualcosa di manuale, attività che tanto piace ai bambini (vedi articolo precedente). Ma anche avere il coraggio di superare la convinzione che vede l’arte come un argomento che dà soggezione e da cui è meglio stare alla larga per non fare ‘brutta’ figura.
L’arte di attirare all’arte
Se voglio avvicinare qualcuno, per esempio ad una vetrina, occorre che io sia in una posizione favorevole e contigua rispetto alla vetrina. Per tendergli la mano e attiralo, per cominciare a illustrargli dettagli che non vede o sensazioni che non riesce a provare se ne rimane lontano. Se siamo distanti entrambi diventa difficile convincere che quello a cui ci avviciniamo è davvero così bello come affermo. La stessa cosa vale per l’arte. Per affacciarmi alla vetrina dell’arte, non devo essere per forza un esperto. Il punto di partenza non è la competenza ma la curiosità! Gli approfondimenti ‘tecnici’, arriveranno in un secondo momento! Esistono tanti modi per suscitare interesse: esistono i giochi, la drammatizzazione, l’enigmistica, la narrazione, la manualità e molto ancora. L’efficacia risiede nel connubio di questi elementi. Per essere incisivi bisogna contaminare generi e situazioni: l’immagine si può guardare, ma si può anche raccontare, si può reiventare, si può manipolare, la si può far parlare. Uno dei miei preferiti sistemi preferiti per avvicinare i bambini all’arte è sfogliare insieme a loro cataloghi di mostre.
Libri per una comunicazione emozionale
Il libro è un oggetto magico. È un oggetto magico per come è fatto, per le immagini o le parole che contiene, per il senso di intimità che riesce a creare quando ci si siede uno accanto all’altro, per l’atmosfera per produce una voce che narra a orecchie che ascoltano.
Se un bambino gioca con un libro che è particolarmente malridotto, con pagine strappate, con piccoli disegni sopra, con la copertina scucita…cosa vuol dire? Che ci è affezionato! Più amiamo un libro più lo consumiamo. Un libro di compagnia, di viaggio, di passione, di rifugio, di avventura. Meno amiamo un libro più ne stiamo alla larga, più rimane nuovo. Sfogliare libri d’arte (come cataloghi, manuali, monografie) dove ci sono tante immagini, rappresenta un primo contatto con un universo sconosciuto ai più piccoli. Può essere il pretesto per conoscere grandi opere, ma anche collezioni minori. Guardare un dipinto, una statua o una architettura ci consente di commentare innanzitutto quello che vediamo – che cosa è? Mi piace? Cosa ti ricorda? Cosa ci racconta?-. Conoscere le informazioni sulle opere e sugli artisti, o sul movimento di appartenenza non è una priorità. Non in questa fase. Esistono dei testi di arte a prezzo democratico, acquistiamoli e diamoli ai bambini. Facciamoglieli toccare, sfogliare, anche piegare le pagine. Sarà un modo per far entrare nel loro mondo pluralità soggetti e di rappresentazioni. Sarà l’occasione per discutere su come cambiano le forme di rappresentare nel tempo, o di quello che potremmo andare a vedere nel Museo vicino casa. Saremo impressionati dalle suggestioni che danno le opere e dei riferimenti anche a lungo temine che saranno in grado di attivare i bambini.
Poi esistono pubblicazioni molto interessanti sull’arte nell’editoria per l’infanzia, ma di questo argomento parlerò altro momento.
Lavorando coi bambini definiamo noi stessi
Grazie a questa semplice attività con i bambini avremo modo di esplorare anche noi argomenti, generi, autori (conosciuti o sconosciuti) per approfondire il nostro rapporto con l’arte. A seconda dell’età del bambino, con cui condividiamo l’esperienza, e della nostra sensibilità sceglieremo le opere da sottoporgli e da fargli tenere sotto occhio e sotto mano. Personalizzare un percorso da presentare ai nostri bambini è un altro piccolo passo verso quella passione e quella educazione all’arte: piacevole a breve termine, interessante per il medio termine e funzionale per il lungo termine.