Ci sono storie che per raccontarle devi costruirle pezzo a pezzo, faticosamente, un po’ come a scuola che ti tocca studiare la lezione… una noia insomma! Altre storie, invece, sembrano nascere da sole. Sono lì, l’unica cosa da fare è allungare la mano ed ecco che arrivano… un po’ come questa che sto per raccontarvi, che in realtà l’hanno raccontata prima a me. Si, insomma, proprio raccontata no… Ecco, le cose sono andate così, in un modo un po’ strano. Stavo dormicchiando – eh, lo so, sono un po’ pigra, che ci volete fare! Mi piace dormire – in un prato, un giorno di primavera. Tutto attorno a me svolazzavano farfalle e insetti, e nell’aria sentivo un profumo dolce. Voglio dire, uno di quei giorni che davvero gli occhi si chiudono, ti lasci accarezzare dal sole tiepido e non hai voglia di far altro che riposare… ecco, proprio questo stavo facendo quando all’improvviso ho sentito una vocetta. Sentita… o sognata? Non so, questo tocca poi a voi deciderlo!

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Comunque quella vocetta mi sussurrava all’orecchio, e parlava, parlava. E io ascoltavo. Ed ecco quello che mi ha detto, che poi è una storia semplice semplice, quasi – insomma, come dire – stupidina, ma a quella vocetta, che dopo ho scoperto appartenere ad una specie assai rara di folletto, tal Pilù della famiglia dei Grigotti, sembrava apparire come storia davvero importante. Tanto importante che alla fine mi ha fatto giurare che l’avrei raccontata. Ed eccola qua.

Dunque, tutto è iniziato in un giorno di tempesta. Proprio uno di quei giorni che non hai voglia di metter fuori nemmeno il naso, tanto piove e tira vento. Pilù se ne stava così tutto rannicchiato nel suo rifugio, una specie di casetta comoda comoda, tutto avvoltolato in calde coperte e intento a sgranocchiare noci e noccioline. Ad un certo punto, tra il rombo dei tuoni e lo scrosciare della pioggia, si sentì una vocetta stridula: “Aiuto, aiuto, qualcuno mi aiuti!”.

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Pilù, che come tutti i folletti non è che brilli per generosità, per un po’ fece finta di niente. Solo che la vocetta continuava a strillare: “per favore, qualcuno mi aiuti, non ce la faccio proprio più…”

A quel punto Pilù decise di controllare cosa stava succedendo e coprendosi ben bene lanciò un’occhiata all’esterno. E vide… Cosa? Mah, all’inizio non è che capì tanto bene. C’era un mucchio di foglie che si agitava tutto, e una specie di palla di pelo che sembrava tremare a più non posso. Pilù si avvicinò quatto quatto, un po’ timoroso. E quando arrivò vicino, sussurrò: “Ehi, che succede? Perché ti agiti? E chi sei, che non ti vedo…”

Dal mucchietto di foglie arrivò un lamento, e un sospiro. “Aiutami, ti prego, mi sono perso… sono Kalì, e non so dove sono finito…”. Pilù guardò un po’ meglio, e con sorpresa si accorse che quello strano esserino era niente meno che un Grinch.

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Eh, cosa? Non sapete cos’è un Grinch? Si, giusto, non è che sia cosa che tutti conoscono! Vediamo un po’ se riesco a spiegare di che si tratta, non è tanto facile ma ci provo! Dunque, un Grinch è uno degli esseri più strani, magici e misteriosi che esistano al mondo. Il mondo della fantasia, ovvio, ma lo sapete, no?, che in quel mondo tutto esiste! I Grinch, comunque, sono degli esserini timidi ma potentissimi. Ad aver la fortuna di incontrarne uno si potrebbe risolvere tutti i problemi del mondo!

Pilù, a quel punto, decise che valeva la pena di stare ad ascoltarlo. “E io che posso fare? Dimmi, ti ascolto!”

Kalì, sempre tremando tutto, spiegò che lui sarebbe dovuto andare ad incontrare un bimbo di nome Nicola che aveva bisogno di aiuto. Timido ed impacciato, Nicola non usciva quasi di casa, non aveva amici e aveva paura di tutto. “Dovevo portargli un po’ di magia, sai, quella che ti fa affrontare le cose, che ti fa scoprire quando è bello diventare grandi… ma Nicola ha talmente paura che quando ho provato a parlargli, si è messo a piangere, e piangeva così forte che ha iniziato a tuonare, e poi a piovere…e un colpo improvviso di vento mi ha fatto volare via… e io adesso non so dove sono finito, e mi sa che Nicola ha ancora più bisogno di me”.

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Pilù si grattò perplesso la testa, lui Nicola non lo conosceva, e non credeva neanche che la paura di un bambino potesse trasformarsi in un temporale così forte e cattivo. Ma ad aiutare un Grinch, lo sapeva, si potevano risolvere tante cose… magari ci avrebbe guadagnato una scorta di noccioline. Allora, delicatamente, afferrò Kalì e lo portò nel suo rifugio. “Aspettami qui”, gli disse dopo averlo aiutato ad asciugarsi e a mettersi comodo. E partì in missione!

Del resto, lo sapete, quando i folletti si mettono in testa qualcosa, non c’è niente che possa fermarli! E infatti, dopo un po’ di tempo, ecco che trovò quel Nicola che ancora stava piangendo. A quel punto, invece di parlargli e rischiare di spaventarlo ancora di più, decise di adottare un trucchetto… si mise in un angolino e cominciò a cantare. Una canzone dolce dolce, che parlava della paura di crescere, del timore di non essere capaci di fare le cose che a tutti tocca fare, dell’ansia che viene quando devi affrontare cose nuove. Piano piano Nicola si scoprì ad ascoltare interessato… ma quella canzone, parlava proprio di lui? E alla fine, Pilù, usò il suo trucchetto migliore. Gli raccontò, sempre cantando, che a volte ci sono sogni speciali che aiutano a superare le paure, e che quei sogni hanno un nome, proprio i Grinch, e che magari possono anche sembrare strani e brutti, ma che stare a sentire i sogni, a volte aiuta… Nicola aveva finalmente smesso di piangere. Pilù allora tornò di corsa nel suo rifugio, acchiappò Kalì e lo riportò con sé… Ed ecco che accadde… questa volta Nicola pensò di trovarsi di fronte proprio ad uno di quei sogni di cui parlava la canzone, e non ebbe più paura. Kalì, felicissimo, riuscì nel suo intento… una cosa semplice semplice, donare un po’ di coraggio e di forza a Nicola, ma così preziosa per quel bimbo.

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Che, mi ha raccontato Pilù, da quel giorno imparò ad essere sempre un po’ meno timido, meno pauroso. Ad uscire di casa e farsi tanti amici… una cosa normale, in fondo, ma quanto è difficile, se non hai un Grinch che ti aiuta a superare la paura! E certo anche che, in fondo, è proprio bello sapere che a tutti, in qualunque momento, potrebbe accadere di incontrare un Grinch… anche solo ascoltando i sogni…

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