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Baby Shower per festeggiare l’arrivo del bebè: ora anche in Italia

Cos’è il baby shower? Tradotto in italiano, il termine baby shower sta per “doccia del bimbo”. Non si parla di una doccia vera e propria, bensì ci si riferisce metaforicamente alla doccia di regali che pioverà sul bimbo che deve ancora nascere. Organizzare il baby shower è diventato un evento importantissimo quasi come frequentare un corso preparto o post parto o scegliere tutto l’occorrente per completare il corredino del piccolo. Il baby shower è molto popolare nella tradizione americana, ma si sta diffondendo sempre di più anche nei paesi europei e ora è arrivato anche in Italia. Nello specifico è una festa che si organizza per l’arrivo del piccolo. Normalmente i festeggiamenti si svolgono qualche settimana prima della nascita del bimbo. La diffusione di questa festa americana deriva dalla TV, proprio com’è successo con la festa di Halloween. Grazie alle serie televisive e ai film provenienti dagli Stati Uniti, il baby shower ha trovato terreno fertile anche altrove ed è stato conosciuto in quasi tutto il mondo. La festa ha l’obiettivo duplice di festeggiare la gestante e l’arrivo del bebè, e di accumulare tutti i regali che possono servire dopo il parto. Per l’organizzazione sono incaricate le amiche o le parenti della futura mamma e la partecipazione alla festa è esclusivamente femminile. Si scrive una lista di tutto quello che può essere necessario alla mamma e al piccolo, in modo che dopo la nascita ci sia tutto l’occorrente e non vi siano regali doppi. In pratica, si fa come per un matrimonio, con la lista dei regali, fatta apposta per evitare doppioni o regali inutili. Durante il baby shower si allestisce anche un rinfresco e si organizzano vari giochi a tema per movimentare l’evento. Tra i giochi più gettonati vi sono: indovinare la misura del pancione o la data di nascita del piccolo. Le amiche che hanno organizzato l’evento possono anche preoccuparsi dei decori, degli inviti personalizzati per partecipare alla festa, oppure possono confezionare dei piccoli souvenir da distribuire a tutte le partecipanti. Data l’ampia diffusione del fenomeno, sta aumentando, di pari passo, anche il numero delle organizzatrici di baby shower. Si tratta di donne esperte nel curare eventi dedicati alle nascite, che si prefiggono l’obiettivo di organizzarli preoccupandosi anche dei più piccoli dettagli. Tutto ciò è fatto per rendere questo giorno indimenticabile per la futura mamma, e per farle sentire tutto il calore delle amiche, delle parenti, e delle altre persone che le vogliono bene.
In attesa del giorno del baby shower, la futura mamma può decidere di frequentare anche qualche corso preparto o postparto, che la sostenga durante il periodo della gravidanza e dopo il parto. I corsi preparto e postparto sono tanti e differenti, ma tutti hanno l’obiettivo di mantenere uno stato di benessere nella donna, nel nascituro e nella coppia. Molti corsi preparto sono volti al mantenimento della forma fisica oltre che alla preparazione alla nascita del bimbo.

(A cura di: Ufficio Stampa Ok Corso Preparto) Per maggiori informazioni: www.corso-preparto.it

La congiuntivite nei bambini.

L’ “occhio rosso”, spesso identificato con la congiuntivite, è un campanello d’allarme: un’infiammazione di origine infettiva o traumatica.

Come si manifesta?

Da considerare nella valutazione della congiuntivite una serie di fattori:
– la monolateralità (se è colpito un solo occhio) o la bilateralità (se sono colpiti entrambi);
– la presenza di lacrimazione;
– la presenza di fotofobia (fastidio alla luce);
– la presenza di secrezione;
– la presenza di dolore;
– la presenza di chemosi congiuntivale (gonfiore della congiuntiva, cioè della membrana che riveste l’occhio, dovuto alla raccolta di liquido infiammatorio).

A volte piccole lesioni o abrasioni della congiuntiva si manifestano con rossore. È molto indicativa la sua monolateralità; raramente è associata secrezione. Nella maggior parte dei casi è sempre presente fastidio alla luce (fotofobia), soprattutto se la lesione si estende alla cornea. Fondamentale è la consulenza oculistica che deve determinare la profondità della lesione stessa: lesioni superficiali spesso si rimarginano con la semplice chiusura della palpebra mentre quelle più profonde meritano una maggiore attenzione (vanno valutate da parte di un oculista e trattate con la terapia appropriata).

Le congiuntiviti purulente sono quasi sempre bilaterali:

– l’occhio è fortemente iperemico, con i vasi sanguigni della congiuntiva che sono più evidenti;

– la congiuntiva è gonfia;

– il bambino riferisce di vedere meno o si strofina l’occhio come se volesse pulirlo;

– il deficit visivo è legato alla secrezione densa;

– trattandosi di forme infettive, è prudente evitare il contatto con altri bambini;

– raramente si può associare febbre e raramente lasciano lesioni sull’occhio.

La terapia iniziale può essere prescritta dal Pediatra, anche se è sempre meglio consultare l’Oculista.

Le congiuntiviti virali rappresentano le forme più pericolose e contagiose e generalmente sono seguite da stati influenzali. Da una sintomatologia molto blanda costituita da un leggero fastidio, in breve tempo si passa ad una sintomatologia molto dolorosa:
– gonfiore delle palpebre e della congiuntiva;
– lacrimazione densa molto abbondante e forte fastidio alla luce;
– un gonfiore vicino all’orecchio (linfonodo satellite).

Successivamente, si associa alterazione della visione causata dalla infiltrazione del virus negli strati della cornea. Anche a distanza di anni l’oculista che visita un paziente colpito da congiuntivite virale può ritrovare gli esiti dell’infezione con la presenza di piccole opacità corneali: sono le forme più contagiose di congiuntiviti e generalmente il contagio avviene nel periodo di incubazione privo di una sintomatologia chiara. È bene ricorrere subito ad un oculista che potrà prescrivere la terapia più idonea ed è prudente isolare il paziente per evitare ulteriori contagi.

Le congiuntiviti allergiche o papillari rappresentano le forme più “tranquille” dal punto di vista medico ma sono sicuramente le più fastidiose per la sintomatologia e le più difficili da trattare. La reazione da contatto della congiuntiva, con l’agente che determina l’allergia, ne altera la struttura e l’aspetto della congiuntiva stessa. Si formano delle papille (microscopiche rilevatezze della congiuntiva) che irritano la congiuntiva e la cornea tramite liberazione di istamina. Il paziente ha una continua sensazione di corpo estraneo con necessità di strofinarsi per il prurito. Tale movimento causa fastidio alla luce (fotofobia) e spesso si possono sovrapporre congiuntiviti purulente. Nelle congiuntiviti allergiche la terapia deve essere protratta per lungo tempo ed è costituita da colliri antistaminici. L’uso di colliri cortisonici è da limitare nel tempo (5-6 giorni al massimo) e solo dopo consulto con l’Oculista. Il fatto di essere scatenate da intolleranze da contatto non significa che il paziente affetto debba essere un soggetto allergico, soprattutto se l’età del paziente è inferiore a 3 anni. Non lasciano lesioni sull’occhio e non sono contagiose.

A cosa fare attenzione?

L’occhio rosso può essere anche espressione di patologie più gravi. È sempre consigliato quindi, in presenza di questi sintomi, ricorrere al parere di un medico.

www.ospedalebambinogesu.it [Dott. Antonino Romanzo]

Bambini e paure, è una questione di olfatto.

I piccoli imparano cosa temere annusando la loro mamma

Sono le madri a trasmettere le paure ai loro figli. O, almeno, sembra essere questo ciò che potrebbe succedere nei primi giorni di vita, quando i piccoli potrebbero acquisire le esperienze materne ancora prima di fare le proprie. A suggerirlo sono i risultati di uno studio pubblicato su Pnas da Jacek Debiec e Regina Marie Sullivan, ricercatori della Scuola di Medicina della New York University e dell’Università del Michigan, che hanno scoperto che nei ratti le paure sviluppate dalla madre prima di una gravidanza vengono trasmesse ai loro cuccioli semplicemente attraverso l’olfatto. In particolare, attraverso un meccanismo che coinvolge l’amigdala – un’area del cervello fondamentale nello sviluppo delle paure e che durante la vita adulta consente di riconoscere i pericoli e pianificare opportune reazioni – già nei primi giorni di vita i piccoli “assorbono” le paure della loro mamma annusando l’odore che emette quando è impaurita.

Debiec e Sullivan sono arrivati a queste conclusioni al termine di una serie di esperimenti che ha previsto di far associare la paura di uno stimolo doloroso alla fragranza di menta a delle femmine di ratto prima che rimanessero incinte. Dopo le loro gravidanze è stata invece analizzata la capacità della fragranza di menta di indurre la paura nei loro cuccioli. Ne è emerso che ai piccoli basta aver annusato l’odore della loro mamma impaurita dalla fragranza per sviluppare a loro volta la paura nei confronti dell’odore di menta.

“La nostra ricerca – spiega Diebec – dimostra che i neonati possono imparare dall’espressione della paura da parte delle madri molto precocemente nella vita”. Rispetto ad altre forme di apprendimento tipiche dell’infanzia quella delle paure ha inoltre una peculiarità: dura nel tempo. Questa scoperta va però oltre la curiosità scientifica e potrebbe aiutare a risolvere quello che fino ad oggi è parso un vero e proprio enigma, cioè in che modo le esperienze traumatiche vissute da una donna possano influenzare profondamente i suoi figli anche quando risalgono a molto tempo prima della loro nascita. Non solo, i ricercatori sperano che il loro lavoro possa aiutare un giorno a capire perché non tutti i figli di donne che hanno subito dei traumi o affette da problemi come depressione e fobie sono destinati ad avere a che fare con gli stessi disturbi.

www.ilsole24ore.it  –  Silvia Soligon.