La sveglia suonava , Marco continuava a dormire profondamente , dopo essere stato semi- sveglio quasi tutta la notte.
Gli capitava spesso di non riuscire a prendere sonno o di svegliarsi di soprassalto e tutto sudato .
Sua madre dalla cucina gli urlò di alzarsi in modo ansioso e sbrigativo, lei era in ritardo nella sua tabella di marcia ,le accadeva spesso , non voleva perdere il treno per l’ennesima volta, mentre spremeva le arance si ripeteva che ce l’avrebbe fatta comunque ma almeno la colazione bisognava farla insieme .
Marco si alzò a fatica la mamma le sembrava stressata come sempre, mentre suo padre non era ancora rientrato, sembrava tutto normale, non si erano accorti di nulla, la sua prima preoccupazione, quella di deluderli, era stata superata, ora gli toccava affrontare la giornata.
Al solo pensiero sentiva lo stomaco come se fosse stato costretto in una morsa . Mentre mangiava a fatica, la madre, infilandosi il cappotto, gli diede un bacio sulla tempia e gli disse :”Buona giornata amore mio ! ” Per poi correre via da lui, nel traffico delle sue cose .
Marco non aveva ancora acceso il cellulare temeva che le sue ipotesi prendessero forma …l’idea che qualcuno avesse commentato quel video gli faceva perdere forza nelle gambe , si consolo’ pensando che in fin dei conti era solo un video in mezzo a tanti altri , e che probabilmente non lo avrebbero neppure notato ,tenendo fermo quest’ultimo pensiero nella sua mente, chiuse la porta dietro di sé e si avviò verso Scuola .
Si stringeva nel suo Napapijri, regalo di Natale degli zii, un po’ infreddolito un po’ timoroso, si sentiva osservato, comincio’ a pensare che forse qualcuno avesse visto il video, o si trattava solo di una sua paura irrazionale?
I suoi pensieri si facevano ad ogni passo più confusi , non riuscendo a distinguere con chiarezza gli sguardi “amici” da quelli “giudici” in un percorso che sembrava non terminare mai …si sentiva terribilmente solo, avrebbe tanto voluto parlarne con qualcuno, ma non si fidava più di nessuno, la diperazione gli si irradiava dentro come un fuoco che avvampa sempre più con il soffiare del vento.
Finalmente arrivò a scuola , si sarebbe immerso nell’ascolto della lezione e la sua mente si sarebbe placata, questa era la sua speranza, ma non fu così, si avvicinò alla porta d’entrata della classe, il prof non era ancora arrivato, molti dei suoi compagni avevano lo smartphone in mano, entrò, andò a sistemare le sue cose sul suo banco, mise lo zaino al suo posto, non osava guardarsi intorno, fingeva di non sentire i sogghigni e il vociare intorno, illudendosi che non lo riguardassero, si sedette sulla sua sedia, quando vide il cellulare di Vittorio proprio davanti a lui …
Solo allora si accorse di essere diventato il più famoso della scuola.