Cos’è un vaccino?
Un vaccino è un preparato che viene somministrato per garantire l’immunità del paziente da una determinata malattia. Il vaccino contiene al suo interno in piccole quantità l’agente patogeno (batterio o virus) inattivato oppure ucciso, o anche soltanto gli antigeni, ossia le molecole del suo involucro di rivestimento.
Come funzionano i vaccini
Lo scopo dei vaccini è quello di immunizzare da una determinata patologia il soggetto a cui vengono somministrati: a contatto con il vaccino, nel corpo avviene una risposta da parte del sistema immunitario. In risposta all’esposizione all’antigene, i linfociti producono anticorpi.
Come accennato in precedenza, l’agente patogeno inoculato nel vaccino è inattivo o “indebolito”, dunque la reazione del sistema immunitario è sufficiente a sconfiggerlo senza troppe difficoltà, creando così una sorta di memoria immunitaria, che consentirà all’organismo di reagire prontamente ed efficacemente in caso di futura esposizione al patogeno.
In conclusione, i vaccini stimolano una risposta del sistema immunitario, che saprà in futuro come reagire agli attacchi dei microrganismi contenuti nel vaccino, senza però sviluppare la malattia vera e propria.
Come nacque il vaccino: cenni storici
Il primo grande pioniere dei vaccini fu il britannico Edward Jenner, un medico e scienziato che visse a cavallo tra il diciottesimo e il diciannovesimo secolo. Jenner osservò che i lavoratori delle fattorie contraevano il vaiolo bovino (una forma di vaiolo più blanda rispetto a quella umana) e non contraevano mai il vaiolo umano una volta guarite.
Nel 1796, durante un’epidemia di vaiolo (malattia che, giova ricordarlo, in quegli anni mieteva moltissime vittime), Jenner iniettò del materiale preso dalla pustola di vaiolo bovino in un bambino, che non sviluppò mai la malattia. Fu il primo, vero passo avanti nella storia dei vaccini.
L’altro “padre nobile” dei vaccini fu il notissimo chimico, biologo e microbiologo francese Louis Pasteur, che nel diciannovesimo secolo studiò in maniera approfondita gli effetti di diversi agenti patogeni e riuscì a creare, mediante colture batteriche artificiali (create ad hoc), il vaccino per malattie come il carbonchio e la rabbia.
Da allora, naturalmente, la ricerca scientifica è riuscita a creare efficacemente vaccini per diverse patologie e, da almeno un secolo, la vaccinazione rientra tra i più importanti interventi di sanità pubblica nella maggior parte delle nazioni economicamente sviluppate e in via di sviluppo, allo scopo di preservare la salute dell’individuo e dell’intera comunità.
Malattie debellate o limitate dai vaccini: cenni storici
Nel corso dell’ultimo secolo, diverse patologie sono state limitate o addirittura ufficialmente debellate dopo l’introduzione dei relativi vaccini. Il vaiolo, malattia che per secoli mieteva decine di migliaia di vittime all’anno in tutti i Paesi del mondo, venne dichiarata ufficialmente debellata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel 1980, grazie alla diffusione capillare dell’apposito vaccino.
Il vaccino anti-poliomelite, in uso fin dai primi anni ‘60, in pochi decenni ha debellato la poliomielite dalla maggior parte dei Paesi del mondo: l’incidenza a livello mondiale della malattia era ancora di circa 350.000 casi registrati all’anno nel 1988, ma di soli 1.652 casi in tutto il pianeta nel 2007.
Dal 1980 diversi Paesi hanno inserito l’immunizzazione contro il patogeno Haemophylus Influenzae di tipo B tra le vaccinazioni infantili di routine: ciò ha quasi del tutto eliminato in tali Paesi questo agente patogeno come causa di meningite nei bambini.
Tetano, difterite ed epatite B sono altre patologie estremamente pericolose per l’essere umano, la cui diffusione è nettamente diminuita a seguito di un piano di vaccinazioni obbligatorie o consigliate in molte nazioni del mondo, Italia inclusa.
Negli ultimi anni sono sorte alcune controversie circa eventuali, possibili effetti collaterali dei vaccini sui bambini, seppure la comunità scientifica sia al momento piuttosto compatta nel definire estremamente rare le complicazioni serie dei vaccini nei bambini e tenda, piuttosto, a rimarcare il netto abbassamento della soglia di mortalità infantile negli ultimi 5 decenni in Italia a seguito del miglioramento delle condizioni igieniche e dell’introduzione dei vaccini obbligatori e consigliati.
L’obbligo vaccinale: notizie storiche e novità
L’obbligo di sottoporsi ad alcune vaccinazioni nacque in Europa già nel diciannovesimo secolo. Il primo vaccino obbligatorio nell’Ottocento fu quello contro il vaiolo. I due Paesi all’avanguardia in tal senso furono Germania e Regno Unito. In quest’ultimo Paese la vaccinazione antivaiolosa venne resa universale, gratuita e obbligatoria tramite delle leggi del Parlamento, i Vaccination Act del 1840, 1841 e 1853.
Anche l’Italia, nel 1888, rese obbligatorio il vaccino contro il vaiolo, poi sospeso nel 1977 e abolito infine nel 1981 quando la patologia fu considerata debellata.
Nel corso dei decenni, il nostro Paese ha reso obbligatori i vaccini contro la difterite (1939), la poliomielite (1966), il tetano (1968) e l’epatite B (1991).
Nel 2017, con un nuovo decreto legge da poco approvato, vengono dichiarate obbligatorie per legge, secondo le indicazioni del Calendario allegato al Piano nazionale di prevenzione vaccinale vigente (che comprende i bambini di età tra 0 e 16 anni) 12 vaccinazioni:
- anti-difterica;
- anti-poliomelitica;
- anti-pertosse;
- anti-tetanica;
- anti-epatite B;
- anti Haemophilus influenzae tipo B;
- anti-meningococcica B;
- anti-meningococcica C;
- anti-morbillo;
- anti-parotite;
- anti-varicella;
- Anti-rosolia.
A cura della redazione di MioDottore.
Fonti
http://www.epicentro.iss.it/temi/vaccinazioni/ObbligoVaccinaleStoria.asp
http://www.trovanorme.salute.gov.it/norme/dettaglioAtto?id=58185
https://www.cdc.gov/mmwr/preview/mmwrhtml/mm5540a3.htm
http://www.istat.it/it/files/2014/01/Mortalita_-sotto_i_5_anni-.pdf
Aspetti operativi per la piena e uniforme implementazione del nuovo PNPV 2017-2019 e del relativo Calendario Vaccinale